Immigrazione clandestina, a Trieste operazione anti passeur: decine di arresti, perquisita sede di un’associazione

 

Trieste, 24 feb – La Procura di Trieste indaga su un’organizzazione di passeur finalizzata all’ingresso di immigrati irregolari a scopo di lucro. Il pm Massimo De Bortoli ha aperto un fascicolo a carico di una trentina di indagati, quasi tutti di nazionalità curda, per concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Una parte di essi risiede a Trieste. Lo riporta il quotidiano Il Piccolo.

L’operazione anti passeur coinvolge l’associazione Linea d’Ombra

L’operazione, annunciata ieri dalla Polizia è stata condotta dalla Digos e ha portato anche a una perquisizione nella sede dell’associazione di volontariato Linea d’Ombra. Risulta iscritto al registro degli indagati anche Gian Andrea Franchi, 84 anni, vice presidente dell’associazione. Non sarebbe sottoposto ad alcuna misura cautelare. Franchi, assieme alla moglie Lorena Fornasir, 68 anni, dal 2015 ha creato un presidio all’esterno della Stazione di Trieste per offrire servizi di prima assistenza ai clandestini in arrivo dalla rotta balcanica.

Gli arresti

Sono attualmente in corso di esecuzione i mandati di arresto chiesti dal pm De Bortoli e accolti dal gip Massimo Tomassini. Per alcuni si sono aperte le porte del carcere, per altri sono scattate le misure cautelari al proprio domicilio. Gli inquirenti stanno investigando sulle modalità con cui i clandestini venivano fatti entrare in Italia dai passeur, veri e propri trafficanti di vite umane.

«La Procura criminalizza i comportamenti che rivestono reato – dichiara il procuratore Antonio De Nicolo a Il Piccolo parlando del blitz anti passeur – cioè il favoreggiamento all’immigrazione clandestina con finalità di lucro. Se tra gli indagati c’è chi dimostrerà che ha operato non a scopo di lucro, ma umanitario, e non sapeva che dietro al proprio lavoro volontario di assistenza filantropica si svolgevano attività illecite, la posizione sarà ovviamente archiviata».

La perquisizione di Linea d’ombra

Nell’ambito della perquisizione effettuata ieri mattina nella sede dell’associazione Linea d’Ombra le forze dell’ordine hanno sequestrato apparecchiature telefoniche e libri contabili.  L’ipotesi è di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La stessa associazione, che si occupa di raccogliere fondi per sostenere i flussi di immigrati lungo la rotta balcanica, lo ha reso noto in un comunicato.

Nella nota, espressa con toni di dura condanna, si parla di «irruzione» avvenuta «all’alba nell’abitazione privata di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, nonché sede dell’associazione. Sotto sequestro i telefoni personali, oltre ai libri contabili dell’associazione e diversi altri materiali, alla ricerca di prove per un’imputazione di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che noi contestiamo, perché utilizzata in modo strumentale per colpire la solidarietà». Linea d’Ombra parla di «azioni repressive nei confronti di chi è solidale» e chiede «giustizia e rispetto di quei valori di libertà, dignità ed uguaglianza, scritti nella Costituzione, che invece lo Stato tende a dimenticare».

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