Il sottosegretario Molteni vuole il taser per la Polizia. Ma Lamorgese “tutela” i delinquenti e blocca l’utilizzo

 

Da Affari Italiani – Il governo Draghi è ormai operativo in tutto e per tutto, dopo che nei giorni scorsi sono stati nominati anche i sottosegretari. L’ex presidente della Bce ha dato il via libera a ministeri con all’interno esponenti che la pensano in maniera diametralmente opposta o quasi. Un caso emblematico è quello del Viminale, alla ministra Lamorgese è stato affinacato Nicola Molteni della Lega, uno degli artefici dei “Decreti Sicurezza” tanto cari a Matteo Salvini, ma smontati dalla ex prefetto.

“I decreti sicurezza, – spiega Molteni al Corriere della Sera – che io condivido al 100%, sono ancora del tutto in vigore per l’80%. È stata modificata la parte sull’immigrazione, ma il fatto che tutto il resto non sia stato toccato credo sia la prova che siano degli strumenti utilissimi. Io ho molto apprezzato il premier Draghi quando ha parlato di immigrazione. Ha rilanciato una maggior partecipazione dell’Ue ricordando che i confini italiani sono i confini dell’Ue. E ha anche definito “cruciale” una politica europea sui rimpatri”.

Molteni vuole ripartire dal taser
“Io credo davvero – prosegue Molteni al Corriere – che per l’Italia vadano benissimo le politiche sull’immigrazione che adottano gli altri paesi europei, che hanno frontiere invalicabili”. Molteni vuole ripartire dal taser, in dotazione ai poliziotti. Ma era stata proprio Lamorgese con una nota del mInistero a chiedere di bloccare l’utilizzo.

“Non è uno strumento di offesa ma di difesa. Con il taser, l’uomo che l’altra sera a Milano è stato ucciso da un poliziotto sarebbe ancora vivo. Il nostro stimolo al governo è quello di sottolineare il valore della sicurezza, che peraltro non è né di destra né di sinistra, ma di civiltà. In un momento in cui la crisi economica rischia di trasformarsi in crisi sociale e magari in crisi di ordine pubblico, lo Stato deve essere presente e visibile”.

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