Il piano per i nuovi parametri: cosa può cambiare per i colori

 

Governo che fai, parametri che trovi: Draghi ed il suo esecutivo stanno pensando a nuove misure per contenere la pandemia e prestare la massima prudenza alla variante inglese che “corre” sempre di più.

Modello “inglese” per i vaccini

“Il nemico è di tutti”, ha detto pochi giorni fa il nuovo premier nel discorso programmatico in Senato. Ma cosa cambierà davvero? Quelli principali riguardano il ridimensionamento del Cts (Comitato tecnico scientifico) che perderà qualche pezzo e si doterà di un portavoce che, di volta in volta, fornirà dati e scenari aggiornati al governo sui quali si baseranno le mosse politiche. Uno dei punti più importanti, però, riguarda quello relativo ai vaccini: “la nostra prima sfida è, ottenutene le quantità sufficienti, distribuirlo rapidamente ed efficientemente” aveva detto Draghi. È per questo motivo che si prenderà ad esempio il “modello inglese” dove le vaccinazione corre davvero con oltre 18 milioni di persone vaccinate almeno con la prima dose (in Italia siamo soltanto a tre milioni e mezzo). In questa maniera, la strategia inglese ci consentirebbe di vaccinare oltre 2 milioni di persone in più entro la fine di marzo, 13 milioni entro fine giugno e altri sette entro la fine di settembre: in totale, venti milioni di vaccinati.

Colori e varianti

Zone rosse ad hoc, hangar, caserme: il piano anti-Covid di Draghi

Capitolo Regioni: la famosa colorazione giallo-arancione-rossa rimarrà immutata in base all’andamento epidemiologico e potrà cambiare con gli stessi criteri di prima. Intanto, però, sono state attuate due modifiche: il divieto di spostamento, anche tra Regioni gialle, è stato prorogato al 27 marzo e cade la deroga di andare a trovare parenti e amici anche se ci si trova in zona rossa, adesso non si potrà più fare. Come riporta il Corriere, invece, c’è apprensione per la variante inglese che ha fatto schizzare il tasso di positività al 5,6%. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha stoppato all’ultimo istante la ripartenza della stagione sciistica, teme un’impennata dei casi nelle prossime settimane. “È il momento del massimo rigore, non è l’ora delle riaperture — ha dichiarato il responsabile della Salute — I numeri non ci consentono di abbassare la guardia”.

Linea comune con l’Europa

Altra novità riguarda la stretta collaborazione con le altre nazioni europee: le mosse italiane contro la pandemia saranno in sintonia con quelle dei principali Paesi. Nel pomeriggo di ieri, Draghi ha contattato la cancelleria tedesca Angela Merkel per confrontarsi sugli “ultimi sviluppi in campo sanitario e nella regione del Mediterraneo in preparazione del Consiglio europeo in videoconferenza di giovedì e venerdì”, come viene riportato sul sito del governo. Dopo i contatti del premier al G7, si tratta del primo colloquio bilaterale del presidente del Consiglio con un leader di primo piano della scena internazionale. Palazzo Chigi definisce il colloquio un “primo contatto preliminare” per favorire un “esercizio condiviso” della gestione della pandemia da parte dei 27.

Cosa cambia per l’Italia

Secondo quanto raccontato dai ministri, il premier intende “verificare con grande attenzione quel che avverrà nelle prossime settimane” e prestare attenzione a tutti gli indicatori così da prendere decisioni il più possibile specifiche ed appropriate. Per contenerne gli effetti sull’economia, si intende accelerare sui ristori e sul piano del Recovery Fund. La ministra degli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, ha chiesto un cambiamento dei 21 parametri perché sono tanti e “bisognerà valutare con i governatori come modificarli”. La capogruppo di Forza Italia alla Camera è preoccupata soprattutto per la situazione che sta vivendo Brescia e la sua provincia, con ospedali al collasso ed una pandemia che si fa fatica a fermare.

“Meno protagonismo e più coordinamento”, la nuova linea Draghi contro il Covid

La proposta di Brunetta

ll ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, starebbe pensando a “perimetrazioni subregionali e subprovinciali”, così da far scattare misure rigorose in porzioni di territorio più piccole rispetto ad un’intera Regione, ragionando quindi sulle singole realtà comunali. Soluzione che, secondo il ministro dem della Difesa Lorenzo Guerini, il Dpcm attuale già consentirebbe. Il nuovo governo è appena nato e le sfide non mancano: come farà Draghi a tenere insieme più schieramenti politici notoriamente in disaccordo tra loro sui vari provvedimenti anti-pandemici? Lo scopriremo presto.

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