IL GOVERNO DI GIORGIA MELONI LO HA APPENA DECISO: NIENTE PIÙ SOLDI A QUESTI ITALIANI

Malcontento e anche troppo, da parte dell’opposizione, contro alcuni provvedimenti che proprio non piacciono, presi dal governo di Giorgia Meloni, riguardanti, in particolare, determinate categorie che andrebbero tutelate.

Non piace affatto quanto si sta decidendo e sui social è un’esplosione di commenti davvero forti, in cui gli utenti fanno sentire tutto il loro secco no, anche se non sappiamo come evolverà questa complessa situazione.

Tra gli emendamenti presentati alla Manovra ce n’è anche uno, in particolare, che proprio non piace. Parliamo del maxi emendamento che abolisce 18App, ossia il bonus cultura per i 18enni.

Quello che prevede la cancellazione del bonus cultura è uno degli oltre 3 mila emendamenti presentati alla Manovra da maggioranza e opposizione, anche se, alla fine, la prossima settimana, ne verranno messi in votazione solo 400-500.

In tantissimi coloro che dall’opposizione, hanno scritto lunghi post sui social, in particolare su Twitter, per far capire quanto questo passo del governo Meloni sia azzardato e sbagliato. Ma vediamo, in dettaglio, cosa sta accadendo.

Il maxi emendamento che punta a cancellare il bonus cultura per i diciottenni, il cosiddetto 18app, in modo da ridestinando le risorse, pari a 230 milioni di euro, ad altre misure che sostengano il mondo dello spettacolo e del cinema, è stato firmato dal presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi), e dagli onorevoli Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Fi).

Il bonus cultura 2022 è un sostegno di 500 euro destinato ai 18enni arrivato ormai alla sua sesta edizione. Quest’anno il bonus, spendibile entro il 28 febbraio 2023, è per gli studenti nati nell’anno 2003 che hanno compiuto 18 anni nel 2021. Il bonus di 500 euro riservato ai neomaggiorenni può essere speso per acquistare oggetti e attività culturali come: libri, biglietti per concerti, mostre, fiere, musei, spettacoli teatrali, cinema, concerti.

 

L’incentivo al consumo culturale, introdotto dalla legge di Stabilità del 2016, durante il governo Renzi, prevede per ciascun diciottenne una carta elettronica da 500 euro annui, senza la previsione di limiti di spesa per ogni singolo acquisto, pur non potendo comprare più biglietti per uno stesso spettacolo o più copie dello stesso libro. Finora è sempre stato riconosciuto a tutti i neo-diciottenni, senza limiti di reddito. La proposta è quella di abolire il bonus cultura, incrementando il welfare per i lavoratori dello spettacolo con l’aumento dell’indennità di discontinuità che passa da “40 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022” a “40 milioni di euro per l’anno 2022 e 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023″. 

 

L’emendamento della maggioranza prevede anche il “Fondo per il libro”, con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui, mentre 30 milioni vanno alle biblioteche dal 2024 e 2 milioni l’anno al Fondo rievocazioni storiche (dal 2019 al 2022) che diventano 5 milioni a partire dal 2023. Il ‘Fondo unico per lo spettacolo’, il Fus diventa ‘Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo’ ed è ”incrementato di euro 40 milioni a decorrere dall’anno 2023”.Il Fondo cinema viene incrementato di 10 milioni e da 250 passa a 260 milioni.

La proposta di abolire il bonus per i neo diciottenni ha fatto insorgere l’opposizione. Dario Franceschini, ex ministro della Cultura, su Twitter ha scritto: “Un emendamento della maggioranza azzera la App 18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura”. Matteo Renzi, colui che aveva introdotto il bonus cultura per i 18enni durante il suo governo, ha anche annunciato una petizione,scrivendo su Twitter: “Per me è un errore gravissimo”.