Il governo del contagio cambia ancora colori all’Italia: anche Campania e Toscana finiscono in zona rossa

 

Di Luca Sablone – Cambia nuovamente il “semaforo” del nostro Paese. Il sistema di colorazione dell’Italia prosegue e nelle prossime ore porterà un po’ di chiazze rosse su alcune Regioni. Il governo si appresta dunque a prendere altre drastiche misure verso quei territori che fino ad ora erano stati esclusi dalle misure più restrittive per limitare la diffusione del Coronavirus. La Campania e la Toscana si preparano a entrare nelle zone “rosse“: questa sarebbe la strada che si intende prendere in seguito alle lunghe analisi della curva dei contagi da Covid-19. La conferma non è ancora arrivata ufficialmente, ma a stretto giro si attende una comunicazione di Roberto Speranza.

Il ministro della Salute – alla luce del monitoraggio della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità in base ai dati della settimana dal 2 all’8 novembre – dovrebbe annunciare appunto il passaggio di Campania e Toscana nelle fasce di rischio più elevate, che si andranno così ad aggiungere a Calabria, Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Val d’Aosta. Novità sono attese anche per quanto riguarda le zone “arancioni“: oltre alle ormai note Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria, potrebbero finirci pure Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche. In tal modo le Regioni “gialle” resterebbero 5: Lazio, Molise, Sardegna, Trento e Veneto.

Cosa cambia nelle zone “rosse”

Nei territori “rossi” è vietato ogni spostamento in qualsiasi orario, anche all’interno del proprio Comune e da una Regione all’altra, “salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute“. Bar e ristoranti chiusi 7 giorni su 7. L’asporto è consentito fino alle ore 22, mentre per la consegna a domicilio non sono previste restrizioni. Chiusi centri estetici, cinema, musei, teatri, palestre, attività di sale giochi, sale scommesse, bingo, anche nei bar e nelle tabaccherie. Serrata per i negozi, fatta eccezione per supermercati, beni alimentari e di necessità. Restano aperte edicole, tabaccherie, farmacie, parafarmacie, lavanderie, parrucchieri e barbieri.

Per quanto riguarda i mezi di trasporto pubblico è consentito solo il riempimento fino al 50%, tranne per i mezzi di trasporto scolastico. Didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado, per le classi di seconda e terza media; restano invece aperte le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le università, “salvo specifiche eccezioni“. Sospese infine tutte le competizione sportive, “salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal Coni e Cip“, e le attività nei centri sportivi. Rimane consentito svolgere l’attività motoria nei pressi delle propria abitazione e l’attività sportiva esclusivamente all’aperto e in forma individuale.

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