Il Fisco adesso si scatena: nel mirino auto ed eredità

Il redditometro va sempre più in pressing sui contribuenti. Sempre più le Entrate e le banche dati fiscali tengono sotto controllo le spese che vengono sostenute mensilmente e nell’arco dei 12 mesi.

E di fatto ora nel mirino del redditometro finiscono anche quei beni acquistati con un lascito. A sollevare la questione è stato un verdetto della Cassazione di ieri che ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro un contribuente. Infatti, ribaltando il verdetto della Commissione tributaria della Calabria, la Suprema corte ha riconosciuto come legittimo l’accertamento fiscale per il caso di un’acquisto di un’auto di lusso utilizzando i soldi di un lascito. Come riporta Italia Oggi di fatto la Cassazione non usa giri di parole e afferma che la “disponibilità di determinati beni (quali beni immobili e autoveicolo) integra una presunzione di capacità contributiva legale ai sensi dell’art. 2728 c.c., imponendo la stessa legge di ritenere conseguente al fatto (certo) di tale disponibilità l’esistenza di una capacità contributiva”.

Per spiegare meglio questo concetto è sufficiente fare un esempio: se un contribuente acquista un’auto di grossa cilindrata con un lascito si accendono le sirene del Fisco perché dovrà dimostrare di poterla mantenere in base al reddito dichiarato. Ed è proprio su questo fronte che si declina la “capacità contributiva”. Ed è per questo motivo che non basta dimostrare l’acquisto indicando in modo chiaro la provenienza dei soldi. È necessario indicare anche come si intende “mantenere” il bene acquisito e dunque giustificare le spese successive all’acquisto. Insomma la tenaglia del Fisco si stringe sempre di più attorno alle singole spese dei contribuenti che ormai devono giustificare ogni loro passo alle Entrate.