Il famoso politico all’attacco di Meloni e Salvini: “Li votate come imbecilli”

Un intervento senza precedenti ha scosso il panorama politico italiano, scatenando reazioni contrastanti tra sostenitori e detrattori. Durante la trasmissione televisiva Tagadà su La7, Carlo Calenda, leader di Azione, ha rivolto un durissimo attacco al governo di Giorgia Meloni, in particolare a Matteo Salvini, e ha lanciato pesanti critiche anche alle opposizioni e agli elettori italiani.

Un discorso provocatorio e diretto
Calenda ha aperto il suo intervento con una frase volutamente autoironica: “Sono io quello sbagliato”, ma subito dopo ha innescato una requisitoria serrata contro il sistema politico e la cultura democratica del nostro Paese. “I partiti promettono in campagna elettorale, ma poi fanno l’esatto contrario — ha affermato — e gli elettori continuano a votarli come degli imbecilli”.

L’ex ministro ha sottolineato come la mancanza di coerenza tra promesse e realtà sia ormai una costante, e ha puntato il dito anche contro gli stessi cittadini: “Questi avevano promesso di aumentare le pensioni, eliminare le accise sulla benzina, abolire i dazi interni. E cosa hanno fatto? L’esatto opposto. E sapete una cosa? Hanno anche ragione. Perché tanto continuano a votarli”.

Critica alla cultura politica e alla responsabilità degli elettori
Calenda ha poi evidenziato una delle piaghe più profonde della democrazia italiana: la superficialità con cui si sceglie chi governare. “Votare è diventato uno spettacolo — ha detto — una gara di popolarità, non di competenza o coerenza. Si sceglie chi urla di più, chi cavalca meglio la rabbia della gente”.

Con tono amaro, ha denunciato come il sistema favorisca la spettacolarizzazione della politica, a discapito di proposte concrete e di un dibattito serio. “In Italia si vota per simpatia, appartenenza o pancia, non per razionalità”, ha affermato, riflettendo sulla crescente disillusione degli italiani verso le istituzioni.

Satira e provocazioni
Durante l’intervista, Calenda non ha risparmiato satira e imitazioni, assumendo un tono teatrale e romanesco per ironizzare sulle aspettative degli elettori e sulla loro facilità nel essere traditi. “Ve l’hanno detto che avrebbero eliminato le accise? E allora? Ci credete ancora? Ma siete seri?”, ha domandato con gesti plateali, contribuendo a rendere virale il suo intervento sui social network.

Il bersaglio: Meloni, Salvini e le opposizioni
Calenda ha rivolto critiche feroci al governo Meloni e a Salvini, accusandoli di populismo e incoerenza. Ma non si è risparmiato nemmeno con le opposizioni, che ha definito incapaci di proporre alternative credibili. “Non c’è una vera alternativa — ha spiegato — le opposizioni si limitano a manifestazioni di piazza, senza un progetto serio. Così il cittadino, deluso, torna sempre dagli stessi. È un circolo vizioso”.

Un Paese stanco e rassegnato
Il messaggio finale di Calenda è stato particolarmente duro: “L’Italia è un Paese stanco, sfiduciato, ma incapace di reagire. La politica dovrebbe essere una cosa seria, fatta di scelte difficili e coerenza. Invece sembra un reality show. Finché continueremo a essere spettatori invece che cittadini consapevoli, nulla cambierà”.

Reazioni e polemiche
Le parole di Calenda hanno immediatamente fatto il giro del web, alimentando un acceso dibattito. Da un lato, chi ha apprezzato il suo coraggio nel dire ciò che molti pensano, dall’altro chi lo ha accusato di arroganza e di voler provocare per attirare attenzione.

Esponenti di vari schieramenti politici hanno commentato duramente, criticando le sue generalizzazioni e chiedendo proposte concrete. La discussione si infiamma, mentre il Paese si interroga sul futuro della sua classe dirigente e sulla capacità di cambiare rotta.

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