Il documentario di Selma Blair è uno sguardo crudo sulla malattia e sul significato della resilienza

Selma Blair è un’attrice americana, una di quelle a cui viene dedicato un piccolo culto. Dai suoi esordi, nel famoso bacio saffico in “Cruel Intentions”, a “La rivincita delle bionde” con Reese Witherspoon e di seguito “La cosa più dolce…” con Cameron Diaz, si è creata una nutrita schiera di fan, fino alla definitiva consacrazione con il ruolo di Elizabeth Sherman in “Hellboy”. La sua carriera procedeva senza scosse, finché nel 2018 l’attrice ha annunciato di avere la sclerosi multipla con un post su Instagram.

Sul suo profilo, Selma Blair ha scritto un lungo sfogo: “Ho la sclerosi multipla, ma grazie a Dio ho un lavoro, un lavoro meraviglioso”, ha dichiarato. “Sono disabile, a volte perdo l’equilibrio, faccio cadere le cose, perdo la memoria. È come se il mio corpo avesse perso il suo GPS,” ha ironizzato nel suo post, “ma cerco di combattere, di rimanere in piedi e di non perdere me stessa, anche se non so cosa mi riserva il futuro. Trovo la forza necessaria grazie alle persone che mi sono vicino, come la brillante Allisa Swanson, la mia costumista. Mi offre sempre un sorriso e una spalla su cui piangere”. L’attrice ha rivelato che da oltre 15 anni soffre di sintomi legati alla malattia, ma che solo nel 2018, dopo un’accurata diagnosi, si è arrivati a una risposta definitiva e ha scoperto di essere effettivamente affetta da sclerosi multipla. “Ora sono felice di conoscere il male che devo combattere e sono contenta di poter condividere con voi tutto il mio malessere. Voi siete la mia famiglia, la famiglia di Instagram”.

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Da quando ha annunciato la sua condizione clinica al mondo, la Blair ha lavorato a un documentario, dal titolo: “Introducing, Selma Blair”, che descrive la sua quotidiana battaglia contro questa patologia. Il documentario è diretto da Rachel Fleit, al suo debutto come documentarista. L’esordio di Fleit racconta la quotidianità di Selma Blair mentre cerca una terapia adeguata, fa fatica a convivere con i sintomi e prova una nuova cura che la costringe al ricovero ospedaliero. Il trailer descrive gli alti e bassi della vita dell’attrice che deve sia far pace con la diagnosi di una malattia cronica, sia crescere un figlio, sia continuare a lavorare come attrice. Il tutto dovendo combattere contro sintomi che le rendono molto difficile l’utilizzo del proprio corpo come strumento di lavoro. La Blair soffre sia di problemi di deambulazione che di controllo dei movimenti. Il documentario ha un tono crudo e realistico, mostrando al pubblico come sia vivere con la sclerosi multipla e come questo non significhi che la vita di qualcuno sia finita.

L’attrice è stata seguita per un anno dalle telecamere di Fleit, che ha poi montato il girato. Il lavoro è stato presentato in anteprima al SXSW 2021, ed è stato così apprezzato da vincere il Premio speciale della giuria per l’ottimo storytelling, nel concorso Documentary Feature.

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“Ho la convinzione di avere qualcosa da condividere. Spero che la mia piccola vita dia a qualcuno, che ne ha bisogno, un po’ di speranza, o una risata o una maggiore consapevolezza. Spero che il film mostri che la sclerosi multipla ha diverse forme. Che i punti di forza e di debolezza delle persone sono differenti. Tutte le emozioni della vita rendono anche diversa la guarigione”, ha affermato Blair in un’intervista a Vanity Fair. Il documentario, che è un percorso di accettazione personale e di resilienza, uscirà nelle sale venerdì 15 ottobre e successivamente verrà messo in onda su Discovery+ il 21 ottobre. La Blair ha già avvertito i suoi fan e i commentatori dei suoi social: “Non mi chiedete come va a finire”.