“Il Covid è un dono di Allah”: il propagandista dell’Isis patteggia condanna e torna libero

 

Tra le altre cose, durante un’intercettazione telefonica del mese di marzo 2020 avrebbe detto che «il Covd è una cosa di Allah, una cosa positiva». Per i precedenti cinque anni è accusato di avere portato avanti una campagna di propaganda terroristica attraverso i social network, soprattutto Facebook e SoundCloud, diffondendo immagini e video che esaltavano le azioni del Daesh.

Dipendente di un parcheggio con la doppia vita: questo il profilo del barese, trapiantato a Milano, Nicola Ferrara detto “Issa”, 39 anni, arrestato nel capoluogo lombardo l’8 luglio 2020, che ora ha patteggiato due anni di reclusione davanti al gup Livio Cristofano, con pena sospesa e non menzione nel casellario.

Ferrara si è dichiarato pentito e allontanato completamente dalle idee dell’Isis, da lui definita «una setta fuori dall’Islam», aggiungendo di essersi reso conto di avere sbagliato contribuendo a diffondere proclami di odio. Si è giustficato parlando di «entusiasmo e ingenuità».

Chi è Ferrara. Le indagini

I carabinieri del Ros erano arrivati a lui durante alcuni approfondimenti su persone che frequentano il centro culturale Al Nur di via Carissimi 19, in zona viale Sondrio, di orientamento sunnita. Gli investigatori avevano individuato due minorenni, che pregano nello stesso centro, a cui Ferrara aveva esternato idee estremiste e filo terroriste. E poi avevano “scandagliato” la vita dell’uomo, costellata di viaggi in Medio Oriente e di legami con altri propagandisti dell’ex Stato islamico. Prima in carcere, poi ai domiciliari, poi con obbligo di dimora a Milano, con la sospensione della pena “Issa” torna libero.

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