Il colonnello Vindman, “se non fermiamo Putin in 4 settimane”. Guerra in Europa, conto alla rovescia

Da anni il tenente colonnello Alexander Vindman avvertiva che lo scontro con Vladimir Putin era solo questione di tempo perché il leader russo era incoraggiato dalla percezione di debolezza americana, già sotto Bush e Obama, ma enormemente con la presidenza di Trump. Infatti i preparativi per l’invasione dell’Ucraina iniziarono pochi giorni dopo l’assalto al Congresso Usa del gennaio 2021. Lo sottolinea lo stesso ex direttore degli Affari europei nel Consiglio per la sicurezza nazionale di Trump, in una intervista al Corriere della Sera, in cui ricorda la telefonata del 25 luglio 2019 in cui l’allora presidente Usa chiese a Zelensky di indagare su Joe Biden e suo figlio Hunter e fu un testimone chiave nell’impeachment.

“Denunciai quella telefonata perché temevo si stessero scatenando le condizioni per la guerra – spiega -. E’ scoppiata per via della corruzione della presidenza Trump, dell’impeachment, dei suoi elogi a Putin”. Perché l’impeachment? “E’ stato un altro segnale a Putin che l’Ucraina non godeva di appoggio bipartisan e l’establishment repubblicano non l’avrebbe difesa. Mi sono chiesto: e se fossi stato zitto? Probabilmente Trump avrebbe ottenuto l’indagine su Biden, il quale avrebbe corso nelle elezioni con una ‘macchia’ e forse Trump avrebbe vinto, sarebbe al secondo mandato, continuerebbe a minare la democrazia Usa, avrebbe probabilmente posto fine all’alleanza con la Nato e dato il benvenuto all’aggressione russa in Ucraina”. E propone un programma Lend-Lease (affitto e prestito) come durante la Seconda guerra mondiale, per fornire subito a Kiev grandi quantità di aiuti bellici, inclusi aerei dai Paesi vicini: “Le prossime 4 settimane saranno critiche: se Putin si assicura l’Est e Mariupol, la guerra non finirà lì: continuerà a spingere verso Ovest; l’unico modo in cui può finire è se la Russia viene sconfitta sistematicamente, battaglia dopo battaglia, impedendo loro di continuare grosse operazioni di combattimento. A quel punto può diventare un conflitto congelato o più ridotto, anziché questa guerra ampia e catastrofica. Finora Stati Uniti e Nato sono stati ai margini, gli ucraini decisivi. Il problema è che anche loro hanno subito perdite”.

“I russi – sottolinea Vindman – hanno subito perdite enormi, ma in caso di successi possono attingere a enormi quantità di equipaggiamenti militari e mobilitare la popolazione. Potrebbe continuare per anni. Se invece continuano a subire perdite, non penso possano sostenere questo livello di combattimenti per più di 6 mesi”. “Politici sulle due sponde dell’Atlantico credono che il rischio sia uno scontro diretto nel breve periodo con la Russia ma il vero rischio è quello di una lunga guerra, una catastrofe umana, il possibile uso di armi chimiche, provocazioni nucleari… – conclude il tenente colonnello -. Nella storia del XX secolo sono le lunghe guerre che alla fine coinvolgono l’America e più ampie parti dell’Europa”.