I 12 tagliagole sbarcati in Italia per seminar la morte in Europa

In agosto i nostri servizi segreti hanno lanciato l’allarme sullo sbarco a Lampedusa e in Sicilia di terroristi islamici dalla Tunisia mescolati ai migranti. «Le informazioni sull’arrivo di singoli elementi pericolosi o appartenenti a cellule jihadiste erano ritenute circostanziate e attendibili» spiega al Giornale chi ha letto l’informativa.

Qualcosa è trapelato anche sul quotidiano Avvenire: comunicazioni «informali» delle autorità tunisine che avevano perso le tracce di ex combattenti dello Stato islamico, reduci delle sconfitte in Irak e Siria, probabilmente già sbarcati in Italia. Il 20 settembre, Brahim Aoussaoui, il tunisino tagliagole di Nizza, è arrivato a Lampedusa. L’ultimo jihadista sbarcato o passato per l’Italia prima di attaccare in Europa. I casi simili accertati sono una dozzina: 7 erano terroristi tunisini e 6 sono arrivati con i barconi. La punta di un iceberg rispetto alla cinquantina di jihadisti, che sarebbero arrivati via mare in Italia spacciandosi per migranti, come ha denunciato Frontex nel 2018. E quest’anno la situazione potrebbe essere peggiorata, secondo l’allerta della nostra intelligence. Il 2020 ha segnato un boom di sbarchi dei tunisini, ben 11.195. Nei tre anni precedenti erano in tutto 13.927 con il dato più basso (2.654) nel 2019.

Prima del tagliagole di Nizza, il terrorista tunisino più noto sbarcato a Lampedusa era Anis Amri, che nel 2016 ha ucciso 12 persone al mercatino natalizio di Berlino con un tir. Nel 2011 arrivò sull’isola per poi finire per quattro anni in carcere in Sicilia dove si trasformò in radicale islamico. Dopo la strage è tornato in Italia per morire in un conflitto a fuoco con la polizia a Sesto San Giovanni.

Anche i fratelli tunisini Hanachi erano arrivati in Europa transitando fra la Francia e l’Italia. Ahmed ucciso a Marsiglia il primo ottobre 2017, dopo aver accoltellato a morte due persone, ha vissuto ad Aprilia, stessa cittadina frequentata da Amri.

In gennaio è stata smantellata dai carabinieri una rete di trafficanti di uomini che dalla Tunisia faceva arrivare in Italia criminali comuni e terroristi su barchini veloci per 2500 . Nell’ottobre dello scorso anno, un tunisino di 25 anni, arrivato a Lampedusa in luglio e ospitato in un centro di accoglienza è stato espulso perché identificato come jihadista che aveva combattuto in Siria.

Sillah Ousman e Alagie Touray, nati in Gambia, sono stati arrestati a Napoli tra aprile e giugno del 2018. I due, addestrati in Libia dall’Isis, dovevano compiere attentati in Europa. Nel dicembre del 2016 erano arrivati a Messina a bordo di un barcone spacciandosi per migranti.

Un altro tunisino, Noussair Louati, arrestato a Ravenna nel 2015 perché voleva arruolarsi nello Stato islamico era sbarcato da noi nel 2011. Dopo la condanna a tre anni e mezzo in carcere si sarebbe pentito ed è uscito nel 2018 per poi venire rimpatriato.

Anche Adam Harun, nigeriano nato in Arabia Saudita, era sbarcato a Lampedusa dopo avere combattuto con al Qaida in Afghanistan e in Africa. Reo confesso dell’uccisione di diversi soldati americani è stato estradato negli Stati Uniti e condannato all’ergastolo.

Dall’Italia sono passati pure i kamikaze dei peggiori attentati in Europa. Il tunisino Mohamed Lahaouiej Bouhlel ha macellato con un camion 84 persone sul lungomare di Nizza nel 2016 prima di venire falciato dai proiettili. L’anno precedente era stato ripreso in un video e identificato dalla polizia a Ventimiglia mentre partecipava a una manifestazione pro migranti con l’associazione «Cuore della speranza» di base a Nizza. Abdeslam Salah, l’unico sopravvissuto della strage parigina del Bataclan, era passato per Bari dove aveva preso il traghetto per il Pireo e ritorno. Ad Atene aveva incontrato Abdelhamid Abaaoud, il capo cellula della strage di Parigi per portare avanti il piano. Khalid el-Bakraoui, uno dei marocchini degli attacchi suicidi a Bruxelles, che hanno provocato 35 morti, era volato dal Belgio a Treviso. Poi ha alloggiato a Venezia per imbarcarsi su un volo diretto ad Atene in attesa di ordini.

Nella zona di Novara ha vissuto per cinque anni Nouruddine Chouchane diventato emiro della costola tunisina dell’Isis in Libia e considerato la mente della strage del museo il Bardo, che ha provocato 22 morti compresi 4 italiani. L’italo marocchino, Youssef Zaghba, è partito da Bologna per accoltellare a morte nel 2017, assieme ad altri due jihadisti, 8 persone a Londra.