“Ho capito il giochetto”. Bomba atomica: Dibba fa saltare in aria il Movimento? Retroscena, la chat smaschera Di Maio

 

Parla di “giochetto”, Alessandro Di Battista, e prepara l’assalto finale al Movimento 5 Stelle. L’appoggio di Davide Casaleggio inizia a vacillare (il riavvicinamento molto sospetto di Beppe Grillo al figlio del fondatore su Rousseau è più di un campanello d’allarme), e così il pasionario grillino si ritrova isolato e con quasi tutto l’establishment del Movimento contro. Al suo fianco, solo uno sparuto manipolo di “talebani” a 5 Stelle, da Ignazio Corrao a Barbara Lezzi e Max Bugani. Ma Dibba, spiega un retroscena della Stampa, non ha perso le speranze di ribaltare il tavolo e perlomeno sfruttare gli Stati generali per lanciare ufficialmente la propria sfida (qualcuno la traduce come: scissione): “Ho capito quale è il giochetto – è il ragionamento dell’ex deputato riportato dal quotidiano torinese -. Vogliono arrivare agli Stati Generali con tutto già pronto, il direttorio, i nomi… senza uno straccio di discussione. Io invece pretendo un congresso vero, non una farsa”.

I soggetti sotto accusa ovviamente sono Grillo e Luigi Di Maio, l’ex amico sempre più vicino al Pd per motivi strategici e di poltrona. La grande e insospettabile alleata di Di Maio, visti i precedenti dissapori, è Paola Taverna, pure lei interessata all’abbraccio coi dem e in totale conflitto con Di Battista. In rotta con i vertici del Movimento, completamente assente dal dibattito sul referendum e le regionali, se non a disastro avvenuto (“La più grande sconfitta della nostra storia”), Dibba punta tutto sul sostegno della base, lo zoccolo duro delle origini. E magari pure su una fetta di parlamentari. Nelle chat grilline, spiffera ancora la Stampa, girerebbe un fotomontaggio di Di Maio versione “The young Pope”, con con la scritta “The young Mastella”. Più di un insulto, per loro. E che nei 5 Stelle la situazione sia al limite lo conferma la clamorosa e polemica assenza del reggente Vito Crimi all’assemblea congiunta dei deputati e dei senatori grillini.

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