Guerra in Ucraina, Kiev: “Ripristinati i contatti con Azovstal”. Biden: “USA pronti a nuove sanzioni contro Mosca”

Guerra in Ucraina: Kiev ha riferito di aver ripristinato i contatti con i militari presenti all’interno dell’acciaieria Azovstal a Mariupol. Intanto, a Bruxelles, l’Unione Europea sta esaminando il testo del sesto pacchetto di sanzioni da varare contro la Russia.

Guerra in Ucraina, Peskov: “Putin non annuncerà mobilitazione generale il 9 maggio”

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha commentato le indiscrezioni che i media occidentali hanno diffuso nei giorni scorsi asserendo che il presidente russo Vladimir Putin si stia preparando a dichiarare ufficialmente guerra all’Ucraina e ad annunciare una mobilitazione generale il prossimo 9 maggio.

Secondo quanto riferito dal portavoce Peskov, il leader russo non ha alcuna intenzione di comunicare una mobilitazione il 9 maggio in occasione della parata organizzata in Russia per la Giornata della Vittoria.

La celebrazione viene organizzata ogni anno per ricordare il trionfo di Mosca sulla Germania nazista.

A proposito di quanto asserito dai media, quindi, il portavoce ha descritto le previsioni dell’Occidente con le seguenti parole: “Non sono vere, sono voci prive di senso”.

Kuleba: “Paesi UE contro embargo petrolio russo complici di Mosca”. Ungheria: “Eserciteremo il diritto di veto”

In Ucraina, il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, ha condiviso un videomessaggio sui suoi canali social, denunciando: “I Paesi dell’UE che continueranno ad opporsi all’embargo su petrolio russo sono complici dei crimini commessi dalla Russia in territorio ucraino”.

In merito all’opposizione all’embargo sul petrolio russo presente nel sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione Europea, si è espressa l’Ungheria. Il Paese, infatti, ha riferito che porrà il veto alla misura: la notizia è stata annunciata dal portavoce del Governo di Budapest, Zoltan Kovacs.

Il portavoce ungherese, infatti, ha definito “inaccettabile” la proposta dell’UE e, rispondendo a una domanda di un giornalista della BBC rispetto al ricorso al diritto di veto, ha dichiarato: “Sì… Alla fine bisogna ricordare come funziona l’Ue, la proposta arriva da Bruxelles, che è il centro amministrativo, burocratico dell’Unione Europea, non dei Paesi membri.

L’UE sa esattamente che quello che sta proponendo va contro gli interessi ungheresi, va contro possibilità che sia fattibile e che se noi lo facciamo manderemo completamente in rovina l’economia ungherese”.

Viceministro della Difesa di Kiev: “I russi seguono la tattica dell’imprevedibilità”

Il viceministro alla Difesa di Kiev, Anna Malyar, invece, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla televisione ucraina citate da Ukrinform. Rispondendo alle domande sulle intenzioni di Mosca rispetto alla possibilità che si verifichino azioni più aggressive con l’avvicinarsi della giornata del 9 maggio, Mayar ha dichiarato: “I russi stanno perseguendo tattiche che li fanno sembrare imprevedibili. Si può vedere chiaramente dagli attacchi missilistici che vengono compiuti praticamente in tutta l’Ucraina, come in Transcarpazia, dove non avrebbero sicuramente sparato in precedenza. Ed è molto probabile che le loro azioni mirino a garantire che non possiamo anticiparle”.

Guerra in Ucraina, Kiev: “Ripristinati i contatti con i militari nell’acciaieria Azovstal di Mariupol”

Nel pomeriggio di mercoledì 4 maggio, il negoziatore ucraino e capo del partito Servitore del popolo del presidente Volodymyr Zelensky, David Arahamiya, è stato contattato da Radio Svoboda. In questa circostanza, ha spiegato che il Governo di Kiev è riuscito a ripristinare i contatti con i militari rifugiati nell’acciaieria Azovstal a Mariupol.

Nello specifico, Arahamiya ha precisato: “I tentativi di prendere d’assalto l’impianto continuano per il secondo giorno. Le truppe russe sono già sul territorio di Azovstal, ma la comunicazione con i difensori è stata ripristinata. L’esercito di Kiev ha confermato l’assalto delle forze nemiche per prendere il controllo dell’impianto, anche con appoggio aereo, assicurando di avere ancora il controllo dell’acciaieria”.

500 marittimi in attesa di essere evacuati, la denuncia dell’ICS

L’International chamber of shipping (ICS), organizzazione marittima che rappresenta circa il’80% della flotta mercantile mondiale, ha chiesto di procedere con l’attivazione di corridoi umanitari al fine di evacuare i 500 marittimi attualmente bloccati a bordo di 109 navi che si trovano nei porti ucraini, nel Mar Nero e nel Mar d’Azov. I marittimi segnalati dall’ICS, infatti, attendono da giorni di essere evacuati.

In un primo momenti, i marittimi bloccati erano circa 2.000: di questi, 1.500 sono stati tratti in salvo anche se, molti di essi, sono in attesa di essere ulteriormente trasferiti da località costiere in Ucraina per il rimpatrio. Altri 500, poi, sono in attesa di essere messi in sicurezza.

Secondo quanto riferito dall’ICS, i 2.000 marittimi provenivano da 27 Paesi differenti: la rappresentanza più consistente è originaria delle Filippine e dell’India, seguiti da ucraini, cinesi, greci, danesi, turchi e russi.

Biden: “USA pronti a nuove sanzioni contro Mosca”

Intanto, il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha tenuto un discorso dalla Casa Bianca. In questa circostanza, il leader americano ha asserito: “Siamo sempre aperti a nuove sanzioni contro la Russia, parlerò con i leader del G7 questa settimana per vedere i prossimi passi da fare”.

Sul fronte statunitense, l’ambasciatore americano in Moldavia, Kent Logsdon, ha rilasciato un’intervista alla CNN. Durante l’intervista, il diplomatico ha affermato: “Al momento non ci sono segnali che la Russia stia pianificando di attaccare la Moldavia. La popolazione è preoccupata, c’è chi ha già pronti valigia e passaporto per un eventuale fuga”.

L’ambasciatore, inoltre, ha assicurato che gli Stati Uniti “sono vigili“.

Bruxelles, in corso esame del testo sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca

Bruxelles, nel frattempo, è in corso l’esame del testo relativo al sesto pacchetto di sanzioni stilato dall’Unione Europea contro la Russia.

Nel testo, appare il nome del patriarca ortodosso Kirill e, sulla base di quanto rivelato dall’ANSA che ha visionato il documento, è stato riportato quanto segue: “Il patriarca Kirill è responsabile del sostegno o dell’attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina. Inoltre, sostiene il governo russo ed i decisori responsabili dell’annessione della Crimea e della destabilizzazione dell’Ucraina”.

Onu, bollettino aggiornato delle vittime e dei feriti nella guerra in Ucraina

Nel pomeriggio di mercoledì 4 maggio, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha confermato un nuovo bilancio che denuncia la morte di oltre 3.200 civili morti e circa 3.400 feriti in Ucraina, registrati con l’avvia dell’invasione russa cominciata lo scorso 24 febbraio 2022.

In considerazione dei dati aggiornati dell’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, sono state accertate 3.238 vittime tra i civili ucraini tra le quali figurano 72 bambini, 71 ragazze, 84 ragazzi e 738 donne. I feriti, invece, sono 3.397.

Dal Paese, poi, sono fuggiti più di 5,6 milioni di rifugiati, come riportato dall’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Ai rifugiati che hanno lasciato l’Ucraina, devono poi essere aggiunti i circa 7,7 milioni di sfollati che si trovano ancora entro i confini nazionali, stando alle stime dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).