GUADAGNAVANO MILIONI CON I CLANDESTINI: SONO DUE I PREFETTI INDAGATI INSIEME AI LORO FUNZIONARI

Un nuovo caso di speculazione sullโ€™accoglienza ai migranti arriva dal Friuli. La Procura di Gorizia ha iscritto 42 persone nel registro degli indagati, tutte accusate di essersi arricchite illegalmente intascando soldi che lo stato aveva destinato a progetti di accoglienza dei richiedenti asilo: nel mirino degli inquirenti anche lโ€™attuale prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, e lโ€™ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu. Oltre a loro, sono finiti nei guai un viceprefetto, svariati funzionari, un dirigente della questura, commercialisti e i responsabili di Onlus e cooperative che gestivano il Centro di identificazione (Cie) e il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Gradisca dโ€™Isonzo, entrambe strutture piรน volte finite al centro delle polemiche per le condizioni in cui venivano costretti gli ospiti ed entrambe gestite da una Onlus di Trapani, la Connecting People, in collaborazione con due cooperative: la Luoghi Comuni e la Itc, sulla base di accordi stipulati con la prefettura di Gorizia, guidata fino al 2013 da Maria Augusta Marrosu e in seguito da Vittorio Zappalorto, oggi prefetto di Venezia.

Secondi i magistrati che stanno indagando le cooperative non rispettarono le condizioni stipulate con la Prefettura, mentre i vertici prefettizi non fecero controlli a sufficienza. I 42 indagati sono stati raggiunti dagli avvisi di garanzia e ora potranno chiedere di essere interrogati dagli inquirenti. Per molti di loro, lโ€™accusa รจ di aver dato vita a unโ€™associazione per delinquere โ€œallo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti anche mediante lโ€™omessa vigilanza da parte dei funzionari preposti della prefetturaโ€. Per Zappalorto, Marrosu e il viceprefetto Gloria Sandra Allegretto le accuse sono di concorso esterno allโ€™associazione, frode nelle pubbliche forniture e mancato controllo delle fatture che venivano presentate dalla Onlus. Marrosu e Allegretto devono rispondere anche dellโ€™accusa di turbativa dโ€™asta dal momento che avrebbero favorito lโ€™aggiudicazione del bando di gara da 16 milioni per la gestione del Cie e del Cara alla Connecting People e alle due coop collegate. Zappalorto dovrร  rispondere anche di omessa denuncia, dal momento che non avrebbe comunicato alla procura le presunte irregolaritร  nella gestione dei centri che emergevano da una relazione consegnatagli giร  nel 2014.

Dal canto suo la Onlus Connecting People secondi gli inquirenti avrebbe commesso non poche irregolaritร , tutte finalizzate a massimizzare il guadagno. Avrebbe infatti omesso โ€œdi consegnare agli stranieri presenti nel Cie e nel Cara sigarette per un controvalore, e relativo risparmio, di 105mila euro, schede telefoniche per 288mila euro, pocket money, a mezzo di chiavetta spendibile entro la struttura, per 231mila euro e distribuire acqua agli ospiti per 2.400 euroโ€.