Giuseppe Conte, la fiducia alla Camera: “In gioco il futuro del Paese. Guardiamo con speranza a Joe Biden”

Un uomo alla canna del gas. Peccato che sia il premier, Giuseppe Conte. Politicamente, alla canna del gas. Dopo l’intervento in mattinata nel giorno della fiducia alla Camera dopo la crisi aperta da Matteo Renzi, e dopo le repliche dei partiti, il presunto avvocato del popolo torna in aula per le risposte e l’intervento finale.

E, subito, reitera il suo disperato appello ai cosiddetti costruttori: “Il mio progetto è chiaro e nitido per un Paese più moderno. La pandemia ha accentuato disuguaglianze vecchie e nuove”. E ancora: “È un appello trasparente, chiaro, che propongo qui, nella sede più trasparente che è il Parlamento. È un progetto a trazione europeista, che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere”, cerca di far leva Conte su Forza Italia e altre componenti di centro. Dunque, ribadisce “la forte sintonia tra indirizzo politico della Commissione UE e il nostro”.

E ancora, si vende come padre della Patria, come unica via di salvezza: “Chi si riconosce nel progetto può dare una mano e un contributo di idee. È un’ora grave, dalle vostre scelte dipende il futuro del Paese per costruire un futuro migliore alla luce del sole”. Come se il Paese non potesse avere un futuro senza di lui. Magari anche migliore.

Ma la cifra della disperazione politica arriva in un peculiare passaggio successivo del suo intervento, in cui afferma: “Guardiamo con grande speranza alla presidenza Biden. Ho avuto con lui una lunga e calorosa telefonata e siamo rimasti che ci aggiorneremo presto in vista del G20”. Il premier aggiunge che “l’agenda della nuova amministrazione Usa è la nostra” e che “dopo i fatti terribili del 6 gennaio (l’assalto al Campidoglio, ndr) abbiamo avuto una conferma, le democrazie vanno difese – la spara grossissima -. Noi leader abbiamo una responsabilità speciale, non ci si può permettere, come accaduto negli Stati Uniti, di alimentare la tensione”. Insomma, Conte tira in ballo addirittura Joe Biden, il neo-presidente degli Usa, con cui millanta rapporti consolidati da una telefonata (sic). Lo fa dopo essere stato criticato per non aver stigmatizzato in modo deciso l’assalto a Capitol Hill nelle immediate ore successive ai fatti. E a parlare, lo si ricorda, è lo stesso “Giuseppi” Conte che si vantava dei solidi rapporti con Donald Trump.