GIULIA TRAMONTANO, IL PIANO PER DEPISTARE: SPUNTA FUORI IL COMPLICE
Sono giorni di grande cordoglio in Italia per il caso della povera Giulia Tramontano. Dopo giorni di ricerche e di grande preoccupazione, nel corso della notte del 1° giugno, Alessandro Impagnatiello ha confessato l’omicidio della compagna 29enne. Lo scenario peggiore, quello che si temeva di più, è diventato purtroppo realtà.
Il corpo della giovane, al settimo mese di gravidanza, è stata ritrovato a poche centinaia di metri dalla sua residenza a Senago. Giulia era scomparsa lo scorso sabato 27 maggio e a dare l’allarme era stato proprio il compagno, un noto barman che lavorava per prestigiosi locali del capoluogo lombardo, come l’Armani Bamboo Bar.
L’attenzione delle forze dell’ordine si è concentrata subito intorno alla vita privata della ragazza, interrogando le persone a lei più vicine.E’ subito emerso un quadro piuttosto allarmante: nelle ore appena precedenti alla scomparsa Giulia aveva scoperto il tradimento del fidanzato, che, da almeno un anno, aveva una doppia vita con un’amante 23enne, sua collega al lavoro.
Ad incastrare il colpevole sarebbero state delle tracce ematiche rinvenute sui sedili della sua automobile. Reo confesso dell’omicidio della compagna, Alessandro Impagnatiello è stato subito arrestato ed è indagato per l’ipotesi di reato di omicidio volontario, occultamento di cadavere e interruzione della gravidanza.
In queste ore le indagini degli inquirenti si stanno concentrando su un’altra inquietante possibilità, quella che il colpevole avesse un complice. Sono emersi già numerosi indizi a sostegno di questa tesi. Impagnatiello non può aver fatto tutto da solo: ecco cosa è emerso dalle indagini.
Sin dalle ore immediatamente successive all’accaduto, il barman ha posto in essere un’ampia opera di depistaggio. Impagnatiello ha continuato a mandare messaggi in chat alla compagna per far credere di non sapere nulla della sua sparizione.
Dalle perizie sui suoi dispositivi elettronici è emerso come Impagnatiello avesse cercato su Internet come sbarazzarsi del corpo, per esempio dandogli fuoco. Tentativi poi falliti miseramente, tanto che il colpevole si sarebbe visto costretto a occultarlo lontano dalla propria abitazione.
Vi sono, tuttavia, ancora molti punti oscuri da chiarire in questa macabra vicenda, risulta infatti improbabile che il barman abbia agito esclusivamente da solo, specialmente per l’occultamento della salma. In queste ore sta prendendo sempre più piede l’idea che Impagnatiello possa essere stato aiutato da un complice.
A sostenere questa tesi è l’esperto Gianluigi Nuzzi che, sulle pagine de ‘La Stampa’, scrive: “Si è mosso impunemente spostando il corpo dopo aver già volte cercato di ridurlo in cenere. Davvero possiamo pensare che il corpo di Giulia sia sceso dalle scale, abbia raggiunto il garage e quindi il calo dell’auto senza che nessuno abbia incrociato l’assassino in questi suoi arditi spostamenti?”.
Impagnatiello potrebbe aver ricevuto l’aiuto di un’altra persona per cancellare le tracce o nel nascondere il corpo della vittima. Inoltre il racconto da lui stesso fornito sotto interrogatorio in merito all’occultamento del corpo sembra essere a tratti contraddittorio, specialmente in merito alle indicazioni temporali fornite. Non si esclude la possibilità che Impagnatiello stia cercando di coprire la presenza di questo presunto complice. I prossimi interrogatori saranno decisivi anche per chiarire questo punto.