Gaza, proposta di tregua sul tavolo. Netanyahu dà il via libera: i punti chiave
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe espresso la propria disponibilità ad accettare una proposta di cessate il fuoco avanzata dall’emissario della Casa Bianca, Steve Witkoff. Durante un incontro con le famiglie degli ostaggi, Netanyahu avrebbe illustrato l’accordo, manifestando il suo favore a un’intesa che preveda sia la liberazione degli ostaggi sia una tregua nella Striscia di Gaza.
Secondo fonti vicine all’incontro, Israele sarebbe pronto a procedere sulla base della proposta americana, che mira a stabilizzare la situazione nel territorio palestinese attraverso un accordo di pace temporaneo. Tuttavia, all’interno del movimento palestinese Hamas si registrano perplessità e dubbi circa le garanzie offerte dal testo.
Le riserve di Hamas
Hamas si sarebbe detto “deluso” dal contenuto della bozza americana, ritenuta troppo sbilanciata a favore di Israele. In particolare, il movimento palestinese evidenzia come il testo non garantisca che il cessate il fuoco di 60 giorni possa evolversi in una tregua definitiva, né preveda strumenti per impedire a Israele di interrompere unilateralmente l’accordo, come già accaduto nel mese di marzo scorso. La mancanza di garanzie vincolanti e di un percorso chiaro per la prosecuzione dei negoziati rappresentano, secondo Hamas, un ostacolo alla piena accettazione dell’intesa.
I punti chiave della proposta americana
La proposta, elaborata dall’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, prevede una serie di passaggi fondamentali:
- Primo giorno: rilascio di 5 ostaggi vivi e consegna di 9 salme israeliane.
- Settimo giorno: ripetizione dell’operazione, con altri 5 ostaggi e 9 salme.
- Garanzia americana: gli Stati Uniti si impegnano a monitorare e garantire la corretta esecuzione dell’accordo.
- Cessazione delle offensive: Israele si impegna a cessare immediatamente ogni offensiva militare nella Striscia di Gaza.
- Liberazioni reciproche: Tel Aviv libererà 125 detenuti condannati all’ergastolo e 1.111 prigionieri palestinesi arrestati dopo il 7 ottobre.
- Restituzione dei cadaveri: verranno restituiti 180 corpi palestinesi e 18 israeliani.
- Rapporto medico: entro il decimo giorno, Hamas invierà un rapporto sullo stato di salute degli ostaggi ancora in ostaggio.
- Monitoraggio della tregua: qualora tutte le parti diano il consenso, Qatar ed Egitto si occuperanno di monitorare la tregua.
Prossimi passi
Tel Aviv ha già dato segnali positivi, aprendo la porta a un possibile accordo. Ora si attende la risposta definitiva di Hamas, che potrebbe arrivare nelle prossime ore. Se il movimento palestinese dovesse accettare, Witkoff tornerà in Medio Oriente per finalizzare i dettagli e formalizzare l’intesa.