Gaza, c’è l’intesa Israele-Hamas: firmata la bozza dell’accordo. Scontri dopo l’accordo

A poche ore dalla firma dell’intesa di pace tra Israele e Hamas, avvenuta al Cairo sotto la mediazione di Donald Trump, Qatar, Egitto e Turchia, la situazione nella Striscia di Gaza si è nuovamente deteriorata, alimentando timori di una nuova escalation di violenza.

Scontri e violenze nel cuore di Gaza

Secondo fonti locali e media israeliani, si sono verificati violenti scontri tra cellule di Hamas e membri della famiglia Abu Warda, ritenuta vicina a una fazione dissidente del movimento islamista. Le ostilità sono esplose nell’area portuale di Gaza, dove si registrano almeno cinque vittime: tre militanti di Hamas e due appartenenti al clan rivale. Decine di civili sono rimasti feriti nel corso delle ore di combattimento, che ancora proseguono. “È un bagno di sangue, le fazioni si accusano a vicenda di tradimento”, riferisce una fonte locale citata dal Times of Israel.

Raid israeliani e nuove esplosioni nella notte

Parallelamente, la Protezione civile di Gaza ha segnalato nuovi raid israeliani, nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco temporaneo. Le esplosioni si sono verificate nel nord di Gaza City e nella zona di Khan Yunis, con testimoni che parlano di attacchi isolati ma di grande intensità. L’esercito israeliano, attraverso il portavoce Eyal Zamir, ha ribadito di essere “pienamente operativo e pronto a qualsiasi scenario” fino all’entrata in vigore dell’accordo. “Le nostre forze agiranno con responsabilità, ma la sicurezza dei cittadini israeliani resta prioritaria”, ha affermato.

Inviti alla calma e tensioni interne

Donald Trump ha invitato le parti a rispettare gli impegni presi, sottolineando che “le tensioni non devono rovinare un momento storico per il Medio Oriente”. Il presidente statunitense ha confermato che gli ostaggi israeliani saranno liberati entro lunedì e ha assicurato che gli Stati Uniti continueranno a monitorare la situazione “ora per ora”. Dal canto suo, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che la pace è “più vicina che mai”, ma ha anche invitato alla prudenza, sottolineando che “non basta una firma per garantire la fine del conflitto” e che sarà necessaria “una forte responsabilità diplomatica”.

Le sfide irrisolte e le divisioni di Hamas

Secondo ABC News, i negoziati di Sharm el-Sheikh non hanno risolto le questioni fondamentali legate al disarmo di Hamas e alla definizione del futuro governo della Striscia. La leadership del movimento islamista si trovata divisa tra chi sostiene l’accordo e chi lo considera una resa. Abu Obaida, portavoce di Hamas, ha avvertito che “Israele dovrà rispettare ogni punto dell’intesa, altrimenti la tregua finirà prima di cominciare”.

Il futuro della fragile pace resta incerto, e le prossime ore saranno cruciali per capire se Gaza riuscirà a mantenere una tregua o se si ritornerà nel vortice di violenze. La popolazione civile, nel frattempo, vive tra speranza e paura: “Non sappiamo se festeggiare o fuggire”, dice un testimone intervistato da Al Jazeera, mentre l’incertezza domina il cuore di un’area che si trova di nuovo sull’orlo di una crisi umanitaria di proporzioni incerte.