Garlasco, vacilla l’alibi di Andrea Sempio: il biglietto del parcheggio e i dubbi sulla madre
Emergono nuovi elementi nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. L’alibi di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e oggi unico indagato, viene ora messo in discussione dagli inquirenti. Al centro delle attenzioni, uno scontrino del parcheggio e una serie di movimenti telefonici della madre, Daniela Ferrari.
L’Alibi che Vacilla: Il Ruolo della Madre
Il fulcro delle nuove indagini riguarda l’alibi di Alberto Sempio, ritenuto colpevole in via definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi. L’alibi di Sempio, che lo vedeva parcheggiato a Vigevano la mattina del delitto, sembra ora vacillare. Gli investigatori ipotizzano che sia stata la madre, Daniela Ferrari, a ritirare lo scontrino che attestava la presenza dell’auto a Vigevano, trovato giorni dopo dal padre.
Le celle telefoniche agganciano il telefono della donna nella zona di Gambolò tra le 9:00 e le 9:10, mentre lo scontrino riporta un orario delle 10:18. La donna, che ha dichiarato di essere tornata a casa prima delle 10, è ora sospettata di aver fornito al figlio un alibi “preventivo”, anticipando le indagini.
Messaggi, Malori e Sospetti
Un altro elemento che alimenta i dubbi degli inquirenti riguarda i messaggi inviati da Daniela Ferrari a un ex vigile del fuoco, Antonio, da Vigevano la mattina del 13 agosto, giorno del delitto. Quando, lo scorso 28 aprile, la Ferrari è stata convocata in Procura per chiarire il contenuto di quei messaggi, si è sentita male proprio nel momento in cui gli inquirenti hanno menzionato il nome dell’amico. L’uomo, precedentemente interrogato, ha dichiarato di non ricordare nulla di rilevante, un comportamento che ha sollevato ulteriori perplessità.
Bigliettini Inquietanti e l’Analisi del RACIS
Un’ulteriore svolta nelle indagini è rappresentata dal ritrovamento di bigliettini scritti a mano e gettati nella spazzatura durante una perquisizione nel febbraio scorso. In uno di questi si legge la frase: “Ho fatto cose brutte, da non immaginare”. Un altro fa riferimento alla morte di Chiara. Il materiale è ora al vaglio del RACIS, il reparto scientifico dei Carabinieri, che ne analizzerà il contenuto e la calligrafia. Gli appunti si aggiungono a un articolo scritto da Sempio durante un corso di giornalismo, proprio sul caso Garlasco.
Nuova Testimonianza: Il Risentimento di Stefania Cappa
Una donna di 48 anni ha depositato in Procura una confidenza raccolta da Stefania Cappa, cugina della vittima. Secondo il racconto, Stefania avrebbe detto: “Chiara non era buona e nemmeno bella. Ora tutti la osannano solo perché è morta”. La stessa testimone racconta di essere stata portata al cimitero con l’unico scopo – parole di Stefania – di “farsi vedere” dai giornalisti.
Un Quadro Complicato
Questi nuovi elementi delineano un quadro complesso e stratificato, fatto di rapporti intrecciati, alibi che vacillano e un clima pesante che, a 18 anni dal delitto, continua a sollevare più domande che risposte. Le indagini proseguono, con la speranza di fare luce su una vicenda che ha scosso l’Italia e che continua a chiedere giustizia.