Garlasco, Salvo Sottile choc: “Se Stasi è innocente, è il più clamoroso errore giudiziario d’Italia”

Roma – Il caso di Garlasco, l’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nel 2007, torna a far discutere. Salvo Sottile, giornalista e conduttore da sempre in prima linea nella cronaca nera, ha dedicato la sua attenzione a questa vicenda nel podcast “Un Altro Pianeta” di Hoara Borselli, concentrandosi sulle ultime evoluzioni giudiziarie.

Sottile, che ha seguito da vicino il caso per anni, ha ripercorso le tappe fondamentali dell’inchiesta e del processo, soffermandosi in particolare sulla figura di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata. Il giornalista ha sottolineato la coerenza di Stasi nel sostenere la propria innocenza, senza mai cedere a scorciatoie o tentativi di sconti di pena. “Stasi è sempre rimasto coerente alla sua verità”, ha affermato Sottile, “pagando un prezzo altissimo”.

L’attenzione del podcast si è poi spostata sulla riapertura delle indagini su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, a seguito della scoperta di nuove prove, tra cui tracce di DNA sotto le unghie della vittima e un’impronta palmare compatibile con Sempio. Queste nuove evidenze hanno riacceso i riflettori su un caso che sembrava ormai chiuso, alimentando la speranza della difesa di Stasi di ottenere una revisione del processo.

Ma è proprio qui che Sottile ha espresso un’opinione controversa, che ha scosso molti: “Non so se riuscirà a dimostrare la sua innocenza. E, lo dico con chiarezza: spero di no”. Una dichiarazione forte, giustificata dalla profonda riflessione che il giornalista ha fatto sul peso di un eventuale errore giudiziario. “Se Alberto Stasi fosse davvero innocente, significherebbe che la giustizia italiana ha commesso un errore colossale”, ha spiegato Sottile, “un ragazzo condannato ingiustamente, dopo due assoluzioni, sulla base di un castello probatorio fragile. Questo sarebbe devastante non solo per lui, ma per l’intero sistema giudiziario”.

Il giornalista ha posto l’accento sulla natura istituzionale della questione. “Non è una questione personale”, ha precisato, “ma istituzionale. La giustizia perderebbe credibilità. E noi, come giornalisti, dovremmo riflettere sul nostro ruolo quando contribuiamo a raccontare certe vicende, spesso con troppa sicurezza”.

Sottile ha quindi aperto una riflessione sul ruolo dei media nella cronaca nera, sottolineando il potenziale condizionamento che la narrazione può esercitare sul pubblico e, indirettamente, sui magistrati. “Abbiamo raccontato il caso Garlasco per anni”, ha dichiarato, “e forse ci siamo concentrati più sul colpevole designato che sulle prove reali. Non è facile tornare indietro, ammettere che forse qualcosa è sfuggito. Ma dobbiamo farlo, per rispetto della verità”.

Il caso Garlasco, dunque, si conferma un caso emblematico per la giustizia italiana, con l’incidente probatorio fissato per il 17 giugno che potrebbe portare a svolte decisive. “Stasi è un simbolo, nel bene o nel male”, ha concluso Sottile, “e se dovessimo scoprire che è stato condannato ingiustamente, non basteranno le scuse. Bisognerà riscrivere molto più di un processo”. L’attesa è alta, e le ombre su questa tragica vicenda continuano a proiettare lunghe e inquietanti domande.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più