Garlasco, parla l’uomo che ricevette i vocali da Paola Cappa: “Incastrare Stasi? Era un’etichetta privata, non parole sue”

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi torna a far parlare di sé, con un nuovo colpo di scena che mette in discussione uno degli elementi più discussi degli ultimi mesi: i messaggi vocali di Paola Cappa, cugina della vittima, inviati a un amico e contenenti la frase “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi”. A fare chiarezza sulla vicenda è intervenuto direttamente l’uomo che ricevette quei vocali, Francesco Chiesa Soprani, ex manager nel mondo dello spettacolo, che in un’intervista a la Repubblica ha svelato la vera natura di quelle parole.

Secondo Chiesa Soprani, la frase incriminata è stata completamente decontestualizzata e fraintesa. “Era solo un’etichetta, un titolo che avevo messo io a uno dei file vocali per ricordarmi il contenuto. Ma non sono parole di Paola. Sono parole mie, da memo,” ha dichiarato l’ex manager.

La genesi dei messaggi: il giorno del DNA di Sempio

Chiesa Soprani ha spiegato come tutto abbia avuto inizio il giorno in cui i media riportarono la notizia del prelievo del DNA ad Andrea Sempio, oggi indagato per concorso in omicidio. “Le chiesi ‘che sta succedendo?’ e lei mi mandò una serie di vocali molto interessanti. Per tenerli in ordine li archivia in una cartella, ogni memo aveva un’immagine con un titolo. Uno di questi era ‘Incastrare Stasi’. Non ho mai pensato che diventasse di dominio pubblico.”

La diffusione e la “semplificazione mediatica”

Il racconto di Chiesa Soprani rivela come la situazione sia degenerata quando ha condiviso quel materiale con un autore Mediaset. “Da lì in poi i contenuti hanno iniziato a circolare. E la frase è stata letta come un’accusa. Ma è una semplificazione mediatica sbagliata,” ha sottolineato.

Conflitti tra le gemelle Cappa e nuove piste investigative

L’ex manager non è entrato nei dettagli dei contenuti dei vocali, ma ha confermato l’esistenza di un messaggio in cui Paola smentisce la versione della sorella Stefania. Le due sorelle Cappa, figlie dell’avvocato Ermanno Cappa, avevano già fornito versioni divergenti nei verbali di 18 anni fa. Oggi, entrambe sono nuovamente sotto osservazione, con il prelievo del DNA in programma anche per loro, oltre che per Marco Panzarasa, amico di Stasi.

Le tensioni familiari e i racconti incrociati potrebbero fornire nuovi elementi all’inchiesta, che ha ripreso vigore dopo la riapertura da parte della Procura. Il ruolo delle due sorelle Cappa potrebbe diventare cruciale nell’equilibrio probatorio del nuovo filone investigativo.

Prossimi interrogatori: Stasi e Poggi sotto la lente

Martedì prossimo, 21 maggio, sono previsti nuovi interrogatori. Oltre ad Andrea Sempio, indagato, saranno ascoltati Alberto Stasi e, come testimone, Marco Poggi, fratello di Chiara. La Procura intende fare luce su contraddizioni, silenzi e incongruenze emerse nel corso degli anni e riaccese dai recenti sviluppi genetici.

Il caso Garlasco, ancora una volta, dimostra come ogni dettaglio possa assumere un peso determinante, e come persino una nota privata possa trasformarsi in un elemento di prova cruciale.

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