Garlasco, il retroscena sulle sorelle Cappa e il padre Ermanno: cosa si scopre 18 anni dopo

A quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi, il caso che ha sconvolto l’Italia continua a riservare sorprese e a infittire il suo intricato mistero. Mentre la condanna definitiva di Alberto Stasi sembra aver chiuso un capitolo, nuove indagini e documenti riaprono vecchie piste, sollevando interrogativi ancora senza risposta.

Le chiavi della villetta e il ruolo dei Cappa

Uno degli aspetti più inquietanti riguarda la famiglia Cappa, cugini della vittima. All’epoca del delitto, i Cappa possedevano una copia delle chiavi della villetta di via Pascoli e conoscevano il sistema d’allarme, ma non furono mai sottoposti a perquisizioni né indagati. Le indagini attuali ipotizzano che l’omicidio possa essere stato premeditato e orchestrato da più persone, alcune delle quali potrebbero aver avuto accesso alla scena senza essere mai state identificate.

Tra i nomi emergenti, quello di Andrea Sempio, amico di famiglia e di Marco Poggi, il padre di Chiara. Recentemente destinatario di un avviso di garanzia, Sempio risulta aver avuto numerose telefonate con Chiara nei giorni precedenti il delitto, suscitando nuovi sospetti.

Telefonate anonime e tracce di DNA

Il 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio, quattro telefonate anonime arrivarono al cellulare di Chiara. All’epoca, furono attribuite a Stasi, grazie alla disabilitazione dell’identificativo della linea fissa. Tuttavia, le nuove analisi suggeriscono che potrebbero provenire da altri soggetti, forse legati ai Cappa o ad altri sospetti. Inoltre, tracce di DNA maschile non riconducibile a Stasi sono state trovate sulla scena del delitto, alimentando l’ipotesi di una regia esterna.

Le intercettazioni mai analizzate

Tra i documenti tornati alla luce ci sono anche intercettazioni che coinvolgono Ermanno Cappa, influente avvocato locale, e sua figlia Stefania. In una conversazione dell’autunno 2007, Cappa dice a Stefania: «Stai tranquilla che l’indagine va avanti come si deve che quel cretino lì se devono incastrarlo lo incastrano». Le parole, cariche di ambiguità e sprezzante nei confronti di Stasi, rivelano un atteggiamento di sfida e una confidenza inquietante con le dinamiche dell’inchiesta.

Le figlie di Ermanno Cappa, Stefania e Paola, sono al centro di telefonate tese e di commenti che non sono mai stati approfonditi. In una conversazione con la madre, Stefania si sfoga: «Io ho il carattere che veramente sputo sangue!», mentre in un’altra promette ai giornalisti: «Ti faccio vedere il mondo!», riferendosi alle relazioni di Marco Panzarasa e Stasi.

Il ruolo di Andrea Sempio e il testimone Muschitta

Il nome di Andrea Sempio torna prepotentemente alla ribalta. Le sue 21 chiamate a Chiara nei giorni precedenti il delitto, alcune da cellulare e altre da casa Poggi, sono ora oggetto di riesame approfondito. La sua presenza, ritenuta secondaria nel 2007, potrebbe invece rivelarsi cruciale per ricostruire la dinamica dell’omicidio.

Un altro elemento interessante riguarda Marco Demontis Muschitta, testimone che in passato aveva dichiarato di aver visto uno dei Cappa vicino a casa Poggi, poi ritrattando. In una conversazione con il padre, Muschitta afferma: «Io lo so che avevo ragione». La sua testimonianza, seppur ritirata e poi querelata per calunnia, resta nel dossier degli inquirenti, che cercano di ricostruire la verità.

Un caso ancora aperto

A 18 anni di distanza, il caso Chiara Poggi si presenta ancora come un puzzle complesso, con pezzi mancanti e sospetti che si intrecciano tra loro.

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