Garlasco, e se Stasi fosse innocente? Il risarcimento milionario che potrebbe ricevere
Garlasco, Italia – A distanza di anni dalla condanna definitiva di Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, il caso Garlasco torna a far parlare di sé. Le nuove indagini, concentrate ora su Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, e su una potenziale nuova arma del delitto, un attizzatoio mai rinvenuto, riaccendono i dubbi su una verità processuale data per assodata.
L’attenzione degli inquirenti si è spostata sul canale a Tromello, dove i carabinieri stanno setacciando le acque alla ricerca dell’attizzatoio. L’oggetto, se rinvenuto, potrebbe rappresentare un elemento chiave per ribaltare l’esito del processo. Parallelamente, emergono nuove testimonianze, alcune inedite, altre rivisitate. Una di queste, che sarà trasmessa da Le Iene il 20 maggio, collegherebbe l’attizzatoio a Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi. Un precedente testimone, che aveva rilasciato una dichiarazione nel 2007, ha poi ritrattato le proprie affermazioni.
Stasi, tra semilibertà e il peso di dieci anni di carcere
Alberto Stasi, oggi 41enne, vive in regime di semilibertà dopo aver scontato dieci anni di carcere. Lavora come centralinista nel carcere di Bollate, ma la sua situazione è complessa: la Cassazione gli ha imposto di versare un milione di euro alla famiglia Poggi, cifra che, secondo indiscrezioni, non starebbe onorando completamente. La riapertura delle indagini, però, apre scenari imprevedibili.
Un possibile risarcimento milionario: quanto potrebbe ottenere Stasi?
Se le nuove indagini portassero a una revisione del processo e all’assoluzione di Stasi, lo Stato italiano potrebbe dover affrontare un risarcimento milionario. Il calcolo non è fisso, ma i precedenti offrono una stima. Nel 2022, lo Stato ha riconosciuto quasi 10 milioni di euro per 8 casi di errore giudiziario, con una media di oltre un milione a testa. Per chi ha trascorso dieci anni in carcere ingiustamente, il risarcimento può oscillare tra 1 e 3 milioni di euro.
Oltre al tempo trascorso in detenzione, vengono valutati fattori come le condizioni carcerarie, i danni psicologici, la reputazione compromessa, l’interruzione della vita privata e lavorativa, e le spese legali. In casi eccezionali, può essere prevista anche una rendita vitalizia.
Il caso Zuncheddu: un esempio di errore giudiziario
Il caso di Beniamino Zuncheddu, ex pastore sardo rimasto in carcere per oltre 30 anni da innocente, è emblematico. A lui è stato riconosciuto un indennizzo simbolico di 30mila euro, ma il vero risarcimento, ancora in fase di definizione, sarà milionario.
Errore giudiziario vs. ingiusta detenzione: le differenze
È fondamentale distinguere tra errore giudiziario e ingiusta detenzione. L’errore giudiziario riguarda le condanne definitive revocate, mentre l’ingiusta detenzione si riferisce a chi viene arrestato o messo ai domiciliari e poi assolto. In quest’ultimo caso, il risarcimento è soggetto a un tetto massimo di 516.456,90 euro.
Il futuro del caso Garlasco
Nel caso di Alberto Stasi, si prospetta uno dei più gravi errori giudiziari della storia recente italiana. Il futuro dipenderà dall’esito delle nuove indagini e dalla capacità di presentare prove in grado di ribaltare una sentenza definitiva. L’ombra dell’attizzatoio, i nuovi testimoni e i dubbi mai sopiti potrebbero riscrivere la verità sul caso Garlasco.