Foibe, Verona conferisce cittadinanza onoraria a Norma Cossetto

 

Fu catturata, imprigionata, torturata e gettata in una foiba. Nel 1943 morì così, ad appena 23 anni, Norma Cossetto, giovane studentessa istriana barbaramente uccisa per mano dei partigiani titini.

Norma Cossetto a 23 anni

Nel 2021, a 24 ore dalle celebrazioni del Giorno del Ricordo, istituito per dare memoria ai massacri delle foibe e all’esodo giuliano dalmata, il Consiglio comunale di Verona ha conferito la cittadinanza onoraria proprio a Norma Cossetto.

La delibera proposta dal consigliere comunale Andrea Bacciga sul conferimento della cittadinanza onorarira veronese a Cossetto è stata approvata all’unanimità. “Questo è un atto molto importante, innanzitutto perché il voto favorevole è arrivato anche da parte della sinistra, del Pd“, ha spiegato lo stesso Bacciga, commosso e soddisfatto per il risultato ottenuto, al Giornale.it.

Conservare il ricordo

Cossetto è una figura emblematica, una delle tante persone uccise senza avere alcuna colpa. Un simbolo d’innocenza che ancora oggi rappresenta appieno il dramma vissuto dalle popolazioni istriane, fiumane e giuliano dalmate. Un dramma, questo, troppo spesso raccontato con superficialità o, peggio, dimenticato dai libri di storia.

L’8 febbraio Bacciga annunciava su Facebook che sarebbe presto stata discussa e votata, in Consiglio comunale, la sua proposta di deliberazione “per conferire la cittadinanza onoraria a Norma Cossetto, studentessa istriana torturata, violentata ed infoibata nel 1943 dai partigiani titini“. Ebbene, la sua battaglia ha riunito l’intera amministrazione sotto un’unica bandiera.

L’idea di conferire alla ragazza istriana la cittadinanza onorarira di Verona non è affatto casuale. Anzi. C’è una precisa spiegazione storica. La città veronese, infatti, nel periodo più buio accolse un gran numero di esuli. Come se non bastasse, tantissimi veronesi hanno origini da quelle terre macchiate di sangue.

“Un gesto dovuto”

È stato un gesto più che dovuto, come ho avuto modo di dire durante il Consiglio comunale. Non possiamo ridare alle persone uccise la loro terra, né siamo in grado di restituir loro la casa o un risarcimento economico. Ma almeno questo lo dobbiamo“, ha aggiunto Bacciga. In un epoca come quella che stiamo attraversando, ricca di amnesie e ipocrisie, ricordare il passato e tenere in vita certe storie è un gesto tanto nobile quanto necessario.

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