Filippo Turetta controllato a vista in carcere: “Il rischio suicidio è alto”

 

Mentre in Italia il pool inquirente indaga sulla telefonata al 112 che segnalò la violenta lite nel parcheggio di Vigonovo e cerca di capire il motivo per cui non venne inviata alcuna volante, nel carcere di Halle, in GermaniaFilippo Turetta è controllato a vista per il timore di un gesto estremo: il rischio che il 22enne posso suicidarsi e, dunque, sottrarsi alla giustizia italiana, è infatti ritenuto alto.

Filippo Turetta sorvegliato a vista: “Volevo farla finita ma non ho avuto il coraggio”

In effetti, lo ha ammesso lui stesso alla polizia tedesca che, durante la fuga, avrebbe tentato di farla finita ma che gli sarebbe poi mancato il coraggio. Per questo, le autorità tedesche sono ben consce del problema: “I suicidi in detenzione non sono rari” e, “a livello mondiale, il suicidio è la causa di morte numero uno nelle prigioni”, rappresentando “circa la metà dei decessi” che avvengono dietro le sbarre, ricorda un rapporto del ministero della Salute di Berlino che sottolinea fra l’altro “una particolare vulnerabilità dei giovani detenuti”. L’altro fronte che interessa gli investigatori tedeschi è capire dove sia stato e cosa abbia fatto Turetta da domenica 12 novembre e la sera di sabato 18, quando è stato fermato sull’autostrada.

Quell’audio di Giulia in cui confida alle amiche: “Filippo mi ricatta”

Anche la povera Giulia, nell’audio alle amiche in cui diceva di non sopportare più il suo ex e di volersi liberare di lui, rivelava di avere “troppa paura che possa farsi male in qualche modo”: un altro riferimento al suicidio, anche se non è chiaro se frutto di reali intenzioni di Turetta o di una sua strategia di pressioni psicologiche sulla ragazza da riconquistare. Per tutti questi motivi l’attenzione è massima. “Lui mi viene a dire cose del tipo che è superdepresso, che ha smesso di mangiare, che passa le giornate a guardare il soffitto, che pensa solo ad ammazzarsi, che vorrebbe morire”. Nel messaggio, Giulia prosegue: “Non me le viene a dire per forza, come ricatto, però suonano molto come ricatto”. “Allo stesso tempo mi viene a dire che l’unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me, o i momenti in cui gli scrivo”. Quindi conclude: “Vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo perché mi sento in colpa perché ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo”.

Filippo Turetta, il mistero dell’auto

I media tedeschi, dei quali quasi solo il quotidiano popolare Bild e quello della capitale Berliner Morgenpost hanno seguito il caso dell’ “italiano che ha ucciso la ex”, non rilanciano indiscrezioni su dove sia stata per una settimana la Fiat Grande Punto di colore nero, ora ferma in deposito giudiziario di Teutschenthal, una decina di chilometri a sud-ovest di Halle. “Filippo T. era ricercato da una settimana tra l’Alto Adige e l’Austria. Ora è stato arrestato nella tarda serata di sabato sull’autostrada A9 a Bad Duerrenberg”, ha sintetizzato la Morgenpost suggerendo che quindi la maggior parte del tempo Turetta possa essersi aggirato nelle valli austriache, più che in Germania.