Fiamma Nirenstein: “Inutile la Commissione Segre, l’antisemitismo non è di destra”

 

“Nei giorni scorsi il documento di Liliana Segre ha fatto molto discutere: chi scrive l’avrebbe votato perché
solleva un tema vero e per amore e rispetto della storia della senatrice. Ma l’antisemitismo teorizzato e organizzato, che ha fatto sei milioni di morti, non c’entra nulla con gli altri problemi legati alla cultura dell’odio. Il documento inoltre implicitamente suggerisce che l’antisemitismo sia di destra. Questo non è vero. Esso è misurabile sulle tre D di Sharansky, delegittimazione, demonizzazione, doppio standard di Israele. E purtroppo la sinistra è campione”.

Lo scrive in un commento pubblicato sul ‘Giornale‘ Fiamma Nirenstein dal titolo “La Commissione Segre è inutile: ecco perché”. La giornalista ebrea sostiene gli argomenti utilizzati dal centrodestra per spiegare l’astensione sulla mozione. E spiega come mai la Commissione sarebbe stata strumentalizzata dalla sinistra.

Il dialogo con la Segre e la storia mondiale del razzismo
“Gli esempi sono eclatanti, da Corbyn ai campus americani a Bernie Sanders che dichiara Israele ‘razzista’. Proprio come la famigerata dichiarazione ‘sionismo uguale razzismo’ votata all’Onu nel 1975 – continua -. Poi è stata cancellata ma Israele, si suggerisce, fa parte del nemico collettivo che ogni oppresso deve combattere da un unico
fronte”. “Una follia contro il popolo che non solo ieri è stato il più perseguitato del mondo, e che allo stato attuale delle cose subisce la persecuzione antisemita – conclude -. Se il Parlamento italiano vuole combattere la sua lotta contro l’antisemitismo insegni la vera storia di Israele. Costringa l’Ue a abolire il labeling e le risoluzioni che le garantiscono un’unità fittizia e automatica, tolga gli stigma esistenti all’ebreo collettivo. Combatta, finalmente”. Una posizione che va a sommarsi a quella di Riccardo Pacifici, che aveva proposto modifiche al testo.

La protesta del figlio della senatrice
“Caro direttore, sono allibito da quello che leggo in questi giorni. Dalle dichiarazioni dei politici, da questo travisare intenzionalmente concetti come censura, libertà di opinione, difesa della famiglia, antisemitismo. In bocca a chi vorrebbe chiuderci dentro in una Italia sempre più isolata, lontana dai valori liberali nei quali siamo cresciuti e nei quali mi riconosco profondamente. Dove gli uni scrutano con sospetto gli altri, dove ognuno si tiene stretto il proprio tornaconto, la bandiera di partito, la propaganda, le dichiarazioni roboanti. A voi che non vi alzate in piedi davanti a una donna di 89 anni, che non è venuta lì per ottenere privilegi o per farsi vedere più brava ma è venuta da sola (lei sì) per proporre un concetto libero dalla politica, un concetto morale, un
invito che chiunque avrebbe dovuto accogliere in un mondo normale, senza sospettosamente invece cercare contenuti sovversivi che potevano avvantaggiare gli avversari politici”. Lo scrive, in una lettera pubblicata dal Corriere della Sera, Alberto Belli Paci, figlio primogenito di Liliana Segre.

 

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