Fase 2, Conte cede: dal 18 maggio riaprono parrucchieri, ristoranti e negozi al dettaglio

In attesa che il decreto aprile/maggio/rilancio prenda corpo e dia finalmente un po’ di ossigeno economico alle imprese, Conte si arrende. Il suo intestardirsi su alcune categorie costrette a restare chiuse sta venendo meno. Il governo infatti ha aperto alla richiesta delle Regioni su possibili riaperture anticipate dal 18 maggio. Questo, in base ad esigenze territoriali. Parrucchieri e ristoranti compresi.

La riunione di Conte con i governatori

È quanto emerge dalla riunione tra il premier, i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza con i governatori. «Questa è una possibilità di cui parliamo da giorni», spiegano fonti ministeriali all’Adnkronos. «Il tutto ovviamente se il dato dei contagi è sotto controllo e nel rispetto dei protocolli Inail e Cts sul lavoro».

Il post di Giovanni Toti

La disponibilità viene subito rilanciata dal presidente della Liguria, Giovanni Toti, sui social. «Conte», scrive «ha accolto la richiesta di autonomia delle Regioni nella gestione della Fase 2». Richiesta, puntualizza, «avanzata nei giorni scorsi con una lettera dei governatori indirizzata al premier. Dal 18 maggio si potranno quindi aprire le attività sotto la nostra responsabilità e in base alle esigenze del territorio».

Riaperture differenziate a partire dal 18 maggio

«Il Governo farà le sue proposte che verranno integrate da quelle degli enti locali e insieme porteremo avanti il monitoraggio della situazione». Dunque, possibilità di riaperture differenziate a partire dal 18 maggio con autonomia delle Regioni su commercio al dettaglio, ristorazione, estetisti.

Conte e le nuove linee guida nazionali

Fra giovedì e venerdì saranno emanate nuove linee guida nazionali sulla base dei nuovi dati dei contagi. Stretto contatto tra governo e Regioni sul monitoraggio, emerge quindi ancora dalla riunione. Le indicazioni prevedono dunque che le Regioni potranno riaprire in autonomia a partire dal 18 ma che il governo potrà intervenire tempestivamente se, in base all’andamento dei dati sulla curva del contagio e dei criteri della circolare della Salute, fosse necessario bloccare una nuova diffusione del covid-19.

Le elezioni regionali

Tra i temi affrontati, c’è stato anche quello del voto a luglio per le regionali. Alcuni presidenti di regione hanno proposto la questione. «Certo che lo abbiamo fatto», spiega uno dei governatori presenti all’Adnkronos. Il premier Conte sta valutando la questione? «Sì, si è mostrato disponibile».