“Farò saltare in aria la caserma dei carabinieri di Marsala”: le minacce choc dello scafista tunisino contro l’Arma

 

Di Roberto Chifari – Emergono nuovi inquietanti dettagli dall’operazione delle fiamme gialle che ha portato al sequestro di beni del re degli scafisti Fadhel Moncer, che dietro la facciata di imprenditore aveva creato un impero con il traffico di migranti e tabacchi dalla Tunisia alla Sicilia ma che covava odio contro i carabinieri.

“Fadhel Moncer – scrivevano i pm di Palermo a gennaio 2019 quando è stato arrestato – riveste una posizione dominante in seno al sodalizio in quanto, oltre a gestire le risorse logistiche funzionali agli scopi associativi, costituisce il recettore finale dei reinvestimenti dei proventi illeciti percepiti, il cui godimento gli è assicurato grazie alle condotte di intestatari fittizi”. A gennaio un blitz delle forze dell’ordina ha permesso di smantellare un’associazione a delinquere dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina tra la Sicilia e la Tunisia. Oggi le fiamme gialle hanno sequestrato un patrimonio di oltre 1,5 milioni di euro. A capo della quale – secondo pm e investigatori della Guardia – c’era sempre lui: Fadhel Moncer, tunisino, 40 anni, volto noto alle forze dell’ordine italiane, con una folta barba nera (da cui prese spunto il nome del blitz “Barbanera“). I migranti in fuga dalla Libia pagavano anche 3mila euro per la traversata e la speranza di una vita migliore.

Dalle indagini venne fuori anche il progetto di un attentato. “Era stato posto – scrivono i pm nel fermo dell’anno scorso – alla custodia cautelare in carcere dal 27 giugno 2012 al 13 gennaio 2015. Lo stesso era stato anche intercettato mentre progettava un attentato dinamitardo a danno della caserma dei Carabinieri di Marsala (poi non consumato in quanto impedito dall’intervenuto arresto in flagranza), mostrando un’allarmante ferocia (“faccio saltare la caserma, già sto mettendo da parte, ogni volta, uno-due chili appena cominciano ad essere cinquanta, cento chili, ti faccio sapere com’è ti faccio spostare tutta la caserma a mare omissis tu dici, arrivo a scoppiare una bomba dietro la caserma dei carabinieri a Marsala, che succede? Sai, gli sbirri scappano da Marsala”). Non solo. Moncer – in quanto capo e promotore dell’associazione criminale, “provvedeva all’organizzazione dell’associazione sia attivando i suoi contatti in Tunisia per la raccolta dei migranti intenzionati a raggiungere illegalmente il territorio italiano sia allestendo sul territorio italiano tutte le risorse necessarie alla realizzazione delle traversate, attivandosi – sostengono i magistrati palermitani . per il reclutamento di soggetti incaricati di reperire natanti e motori da utilizzare nei viaggi dalle coste tunisine a quelle italiane”.

L’organizzazione criminale, secondo quanto gli stessi investigatori hanno ricostruito, si occupava anche di ingenti traffici di sigarette di contrabbando che finivano nel mercato palermitano. Le sigarette sono le Royal blu, le Royal rosse, le Time e le Silver che da mesi hanno invaso il mercato di Ballarò a Palermo. Nonostante l’operazione “Barbanera” abbia portato prima all’arresto e poi, al sequestro del patrimonio, il tunisino è ancora oggi detenuto e sotto processo ma le attività investigative non si fermano. “Barbanera” aveva precedenti ed era già stato in galera in Italia, essendo stato condannato condannato dal gip di Marsala con sentenza irrevocabile dell’ottobre 2013 per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, detenzione e porto abusivo di armi e munizioni.

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