Fabio Fazio torna in tv e già fa il martire: «Io bersaglio dei sovranisti, retrocesso su Rai Tre»

Fabio Fazio non ha ancora iniziato e già piagnucola. Domenica  torna su Raitre con Che tempo che fa, programma tra i più longevi di mamma Rai. Eppure non evita la lamentazione. «Quattro anni e tre reti, il mio è l’unico programma della storia che ha fatto Raitre, Raiuno, Raidue e ora di nuovo Raitre, un ritorno a casa. La Rai ha altre tredici reti, quindi c’è ancora spazio per il gioco dell’oca”. Ironizza ma non troppo il conduttore che motiva gli spostamenti tra le reti così: “Non credo siano state le scelte editoriali a determinare il valzer nelle reti ma la politica: quando vieni attaccato centinaia di volte da importantissimi esponenti del governo qualche domanda te la fai».

Non ci libereremo di Roberto Saviano

Come nelle migliori (si fa per dire) tradizioni, anche quest’anno il programma propinerà ospite fisso Roberto Saviano. Tra gli altri lo scienziato statunitense Anthony S. Fauci, l’immunologo Roberto Burioni, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il produttore sudafricano Master KG e la cantante Nomcebo Zikode per il fenomeno musicale Jerusalema. Intervistato dalla  Stampa sul rapporto tumultuoso con Matteo Salvini, Fazio ha fatto la vittima: «Diciamo che è in buona compagnia, non è il solo politico ad avermi attaccato. Perché lo ha fatto? Non dovrei essere io a rispondere. Diciamo che le ragioni sono ascrivibili a un populismo diffuso, imperante”.

Fazio: “Nessuno mi ha difeso”

“Sono stato trattato come avversario politico e per fortuna, non avendo una mia parte politica, non sono stato difeso da nessuno», prosegue il conduttore. Che dimentica che la trasmissione è diventata uno strumento politico puntato contro i sovranisti e una buona fetta di italiani che sono contro il pensiero unico. Ha preso posizione sempre a favore dei migranti, con scarsa sensibilità del pluralismo. Ha ospito sempre Saviano e  Gino Strada a gettare veleno sul governo gialloverde. Ha intervistato – più o meno “in ginocchio” – Macron, quando allora tutta la Francia e le cancellerie europee ci facevano la guerra. Non faccia alice nel paese nel meraviglie, allora, e non faccia il martire. Tra l’altro ora che i sovranisti, come li chiama lui, sono stati epurati dalla Rai, dovrebbe farsi qualche domanda.

Ma Salvini ha continuato a invitarlo? Gli chiedono. «Certo – risponde lui-  chi fa tv pubblica non può non invitare i protagonisti della politica. Non è mai voluto venire, se cambierà idea sarò felice di ospitarlo, ho milioni di domande da fargli». Sorvola sui suoi compensi stellari dicendo che anche Gerry Scotti, Maria De Filippi e  Giovanni Floris sono remunerati moltissimo.  Come se il servizio pubblico fosse la stessa cosa delle reti private.

Purtroppo chi vedrà il programma dovrà sorbirsi ancora (e per sempre) Luciana Littizzetto. «Abbiamo due pilastri della comicità: Luciana Littizzetto ed Enrico Brignano e sono molto contento di poter contare sulla presenza di Saviano. Al di là dell’amicizia decennale che ci lega, recuperare la funzione degli intellettuali in tv è fondamentale. E’ un regalo per il pubblico». Certo, e un rodimento di fegato per altri.