Empoli, polemiche sull’arresto del tunisino. Salvini: “Sostegno agli agenti”

 

È morto per una “tragica fatalità” il tunisino deceduto ieri sera durante un fermo di polizia.

Lo afferma Matteo Salvini che, mentre monta la polemica per quelle mani e piedi legati, si schiera al fianco degli agenti. Senza se e senza ma.

“Totale e pieno sostegno ai poliziotti che a Empoli sono stati aggrediti, malmenati, morsi – dice il leader della Lega – Purtroppo un tunisino con precedenti penali, fermato dopo aver usato banconote false, è stato colto da arresto cardiaco nonostante gli immediati soccorsi medici. Tragica fatalità. Però se un soggetto violento viene ammanettato penso che la polizia faccia solo il suo dovere”.

I fatti. Ieri sera intorno alle 18.30 di fronte a un negozio di money transfer di Empoli, due volanti della polizia intervengono dopo una chiamata al 112 a causa di un uomo che dà in escandescenze. In 32enne di origini tunisine, in stato di alterazione, era entrato nel negozio Taj Mahal con una banconota ritenuta falsa. Arafet Arfaoui avrebbe voluto trasferire 20 euro, ma il titolare si è rifiutato. Ne sarebbe nata una discussione che avrebbe portato il commerciante a telefonare alla polizia. Secondo quanto riporta gonews, dopo un breve inseguimento il tunisino sarebbe stato fermato e ammanettato. Per “contenere” l’uomo, che continuava a dimenarsi e a scalciare, gli agenti lo avrebbero legato i piedi con una piccola corda. Poi il decesso: sul posto sarebbe arrivata una dottoressa del 118 per sedarlo, ma pochi minuti dopo il tunisino è morto.

“Torniamo ancora una volta a ribadire quanto sia essenziale la dotazione di taser e telecamere per gli uomini in divisa operativi su strada. Sono strumenti necessari per la tutela e la trasparenza”, dice Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia. La sperimentazione della pistola elettrica, partita in Italia, non avrebbe coinvolto ancora Empoli dove non ci sono taser in dotazione. “Con il taser, soggetti che danno in escandescenze, possono essere bloccati evitando il contatto fisico – spiega Paoloni – Con questo strumento non letale che chiediamo a gran voce, si tutela sia il poliziotto che il fermato”.

Per chiarire le dinamiche del decesso, la pm di Firenze, Christine von Borries, ha disposto l’autopsia sul corpo del tunisino e ha aperto un fascicolo, contro ignoti, per omicidio colposo. Intanto monta la polemica. L’Acad, Associazione contro gli abusi in divisa, su Facebook ha scritto che “testimoni da noi sentiti ci raccontano di aver udito la volontaria del 118 affermare che l’uomo ‘era ammanettato e aveva i piedi legati con una corda’”. Ma Salvini non ci sta: “Hanno fatto il loro dovere”. Il tunisino, secondo Repubblica, era conosciuto alle forze dell’ordine anche per resistenza a pubblico ufficiale.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/