Ema: “Mascherina e distanziamento anche dopo il vaccino”

 

Il vaccino non è la fine, ma solo l’inizio della fine. A spegnere le speranze concentrate sull’antidoto per debellare il coronavirus è Guido Rasi, il direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).

“L’arrivo del vaccino è l’inizio della fine della pandemia, non è la fine. Significa che dopo un anno che abbiamo a disposizione il vaccino vedremo la pandemia diminuire in maniera importante”. Non solo. Chi sperava, con il vaccino, di archiviare per sempre mascherine e gel igienizzanti dovrà ricredersi. “All’inizio non si potrà fare a meno di mascherine e distanziamento – ha spiegato intervistato a Sky Tg24 -. Se ne potrà fare a meno quando avremo i primi dati dell’efficacia del vaccino”.

Le tappe verso il vaccino

La meta è ancora lontana. Secondo il direttore dell’Ema Rasi la speranza è di riuscire ad avere le prime dosi di vaccino nella primavera 2021. I primi a cui verrà somministrato, come indicato dai protocolli Oms e della Commissione europea, saranno le categorie di popolazione a rischio “con un inizio di vaccinazione importante”. Poi, la disponibilità di un numero di dosi dipenderà dai tempi dell’approvazione. “Dopo il via libera, credo che, – continua Rasi – se siamo fortunati, molti di quelli che vorranno essere vaccinati potrebbero esserlo per l’estate del 2021”. Ma attenzione a cantar vittoria, anche con il vaccino disponibile non bisognerà abbassare la guardia. Per il direttore dell’Ema l’arrivo del vaccino sarebbe solo “l’inizio della fine della pandemia, non è la fine”.

Ancora mascherina dopo il vaccino

Una crollo significativo della pandemia si potrebbe vedere solo dopo un anno dall’inizio delle vaccinazioni a tappeto. Quindi distanziamento, mascherina e igienizzazioni ci accompagneranno anche nel primo periodo di diffusione del vaccino. Potremo farne a meno dopo i primi dati sull’efficacia “cioè la composizione tra l’efficacia e la resa nella pratica reale, quando si vedrà quante persone rispondono al vaccino, quanto è intenso e quanto dura”. In pratica, ancora sei mesi. Intanto, la speranza è appesa a un’accelerazione delle sperimentazioni in corsa. “È auspicabile e molto probabile che ci saranno più vaccini, è quello a cui stiamo lavorando, ne abbiamo già due in fase di pre-osservazione, quella che noi chiamiamo la rolling review, e probabilmente la prossima settimana ne arriverà un terzo. Nei primi mesi del 2021 potrebbero esserci tre vaccini approvati dall’Ema. Si sta andando veloci”, rassicura Rasi. Poi, chiosa: “Però tutto deve andare bene, ogni piccolo intoppo è dietro l’angolo”.

E nel frattempo? Le nuove frontiere della cura

Nel frattempo sul fronte cure arriva qualche notizia confortante. Per quanto riguarda la situazione attuale, Rasi spiega che “i clinici in prima linea hanno imparato a gestire il coronavirus anche a seconda delle fasi cliniche della malattia”. Ci sono almeno due o tre farmaci o approcci che sicuramente sono efficaci, come l’uso del cortisone. “Ma va usato al momento giusto, non troppo presto e non troppo tardi”, avverte il direttore dell’Ema. Buoni risultati si sono ottenuti anche con l’uso degli anticoagulanti. Ed è al vaglio degli scienziati dell’Agenzia europea del farmaco la possibilità di usare gli anticorpi monoclonali, quelli che pare abbiano usato anche alla Casa Bianca.

Quando scatta il lockdown

Per non aumentare il rischio di trasmissione del virus, Rasa rassicura, “che con logica si potrebbe fare tutto”. A patto che si indossi la mascherina e si pratichi un rigoroso distanziamento sociale. I protocolli anticontagio sono la chiave per contenere la curva in salita. “Per questo motivo – spiega il direttore – ogni amministratore locale se sa di non poter gestire la logistica deve agire di conseguenza. La didattica a distanza non è giusta o sbagliata, in alcune situazioni è evitabile mentre in altre non lo è”. Insomma in quel caso, il lockdown sarebbe dietro l’angolo.

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