Effetto porti aperti: già arrivati più migranti che in tutto il 2018

Il governo Conte batte se stesso con un numero di sbarchi superiore non solo allo scorso anno, quando il ministro dell’Interno Salvini aveva chiuso i porti, ma al 2018, dopo avere ereditato migliaia di arrivi ai tempi dei governi di centro sinistra.

I migranti illegali sbarcati fino al 25 settembre sono 23.373. In tutto il 2018 compresi i primi mesi del governo Gentiloni erano 21.024. Il paradosso è che ieri, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ribadito al festival dell’Economia di Trento che l’Italia ha il diritto di regolare il flusso dei migranti e di «non subirlo passivamente» altrimenti «non c’è accoglienza che tenga».

Il disastro del contrasto all’immigrazione illegale del governo Conte 2 è altrettanto evidente rispetto ai numeri del 2019 quando non c’era l’emergenza covid. Lo scorso anno, con i porti chiusi, sono sbarcati in tutto 7.035 migranti, più di tre volte in meno rispetto al 2020. Le impennate si sono registrate a luglio con 7.067 arrivi rispetto ai 1088 dell’anno prima ed ai 1969 del 2018. Rispetto al 2019 stiamo parlando di sette volte tanto. In agosto gli sbarchi sono stati 5.323 e 4.033 in settembre.

Un altro dato paradossale delle statistiche pubblicate sul sito del Viminale è che sono i tunisini la prima nazionalità negli sbarchi. Ben 9.792 migranti illegali, che rappresentano il 42 per cento degli arrivi totali. Al governo non è mai venuto in mente un blocco navale davanti alla Tunisia in accordo con le autorità locali come la Spagna e l’Europa avevano fatto con l’Africa occidentale ai tempi del boom degli arrivi alle Canarie.

Dopo i tunisini seguono i clandestini dal Bangladesh (3.156) e 1.113 algerini. Tutte nazionalità che vengono in Italia per motivi economici e non hanno diritto all’asilo perché a casa loro non ci sono guerre. Per trovare i primi rifugiati in fuga da conflitti bisogna cercarli fra il numero esiguo dei 575 somali ed i 516 afghani sbarcati in Italia nel 2020.

Ai numeri degli sbarchi vanno sommati gli arrivi via terra lungo la rotta balcanica. Dall’inizio dell’anno, secondo i dati forniti dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, sarebbero 3.396, ma 962 sono stati rimandati in Slovenia. In realtà i numeri in Friuli-Venezia Giulia, principale porta d’ingresso della rotta balcanica dalla Bosnia, sarebbero più alti fra i 4.500 ed i cinquemila.

Ieri i carabinieri hanno arrestato due passeur in Friuli-Venezia Giulia. Il primo episodio è avvenuto a Palmanova dove un cittadino pakistano di 25 anni, residente nella bassa friulana, è stato pizzicato mentre si stava dirigendo verso la stazione ferroviaria con a bordo 6 cittadini bengalesi. Il secondo fermo è avvenuto a Remanzacco. Dopo un breve inseguimento, i militari dell’Arma sono riusciti a bloccare l’auto condotta da un cittadino indiano di 29 anni, residente nella provincia di Treviso. Il passeur aveva trasportato e lasciato poco prima sulla strada regionale 54 otto migranti illegali del Bangladesh.

Sul fronte del mare (ieri Alarm Phone, ha dato notizia di un naufragio in cui hanno perso la vita 111 persone, avvenuto al largo delle coste libiche di Zuara, il 21 settembre scorso) non si placano le proteste dei talebani dell’accoglienza, che denunciano come tutte le navi delle ong siano bloccate dal governo italiano, dopo avere il loro carico umano a casa nostra. Luca Casarini, ex no global estremista pluri processato, che oggi fa il capo missione a bordo della nave italiana Mare Jonio va all’attacco. «Il governo ora deve decidere da che parte stare. Se vuole continuare nel lavoro sporco, folle, che caratterizzava il Governo Salvini o cambiare – pontifica Casarini – Ma se decide di farlo deve smetterla di boicottare chi salva vite in mare».