Ecco l’arma segreta di Salvini: campagna elettorale permanente

Il grido delle periferie, l’insofferenza verso lo “straniero”, che sia un migrante o un rom, la richiesta di sicurezza, il motto “prima gli italiani”, .

Non è esagerato dire che nei posti in cui il leader leghista è andato a fare campagna elettorale abbia seminato consenso. Se non è un cappotto, poco ci manca. Matteo Salvini, candidato più votato a queste elezioni europee con oltre due milioni di preferenze, ha raccolto consensi soprattutto nei luoghi caldi del paese, o se vogliamo, nei luoghi simbolo. Ha vinto grazie a quell’acronimo che il suo guru digitale Luca Morisi ama ripetere: TRT, ossia territorio, rete, televisione. E, con percentuali del 20% in tutte le regioni meridionali (soltanto per fare un esempio, a Palermo ha preso il 18%) e con la vittoria in una regione rossa come l’Emilia-Romagna dove è al 33%, si può dire che abbia completato quella svolta nazionalista iniziata già da qualche tempo.

La Lega secessionista è un lontano ricordo ormai. Migranti e sicurezza sono le prime parole d’ordine. Nell’isola dell’accoglienza, in quel lembo di terra che rappresenta la congiunzione tra Africa e Italia e che si chiama Lampedusa, la Lega è il primo partito e supera il 45%. A Riace, altro emblema dell’accoglienza, Salvini è il più votato e il suo partito è in testa col 30,7%. Ed era una cosa prevedibile ma non scontata. Nella Capalbio radical chic, la Lega prende il 47%. A Ventimiglia, città di confine e teatro di scontri diplomatici con la Francia in merito al respingimento di migranti, Salvini ha preso il 44% contro il 14% del Pd che è arrivato secondo.

In quella che un tempo era Roma ladrona, il Carroccio ha già inviato l’avviso di sfratto per la Raggi conquistando quasi il 26%. Nel quarto municipio, quello che include la Casal Bruciato che non vuole le famiglie rom nelle case popolari, la Lega è al 26,8, nel quinto municipio (che comprende Tor Sapienza, Casilino, Tor Tre Teste) è al 29,5. Nel sesto municipio, quello di Torre Maura, l’onda verde è impressionante e raggiunge il suo apice: 36,8%.

Neanche quel tweet sulla strage di Mirandola, condito da critiche e polemiche, ha inficiato il successo di Salvini, anzi, la Lega ha surclassato tutti gli altri attestandosi al 41%. Cifre impressionanti. Che continuano a registrarsi altri luoghi su cui Salvini ha puntato molto e in cui sono sorte polemiche anti-Lega. A Lecce il leghista è stato oggetto di insulti, gli hanno dato del fascista eppure la Lega è primo partito col 22,8%.

Qualche esempio? A Melendugno, il comune del Tap della discordia, gli elettori pentastellati traditi hanno cambiato cavallo puntando su Salvini. Risultato? 26%. A Verona, sede del discusso Congresso della Famiglia, la Lega ha preso il 37%. A Macerata il Carroccio conferma il boom: 41%. Per non parlare poi dell’Umbria dello scandalo dove, a seguito delle dimissioni della governatrice dem Catiuscia Marini, Salvini ha trionfato col 38%.

Notevole successo anche nelle zone colpite dal terremoto del 2016. A Preci la Lega ha preso il 43%, a Norcia tocca il 40%, a Cascia il 55. Insomma, Salvini ha sconfitto non solo il “partito dei cattolici” e la sinistra buonista, ma ha anche vinto sulle polemiche e sulle previsioni.