“Ecco il decreto”, “Dimettiti…”. È scontro duro Boccia-Lega

Il decreto varato da Conte che di fatto chiude alcune attività del paese ma ne lascia aperte ben 80 tipologie fa parecchio discutere.

E così si accende in modo forte lo scontro tra la Lega e l’esecutivo. Dopo la richiesta da parte di tutto il centrodestra unito di un colloquio con il presidente della Repubblica, Matterella, è arrivato in serata un attacco da parte del ministro Boccia al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, che di fatto qualche ora prima dell’annuncio di Conte di ieri sera ha varato una ordinanza piuttosto dura che dà una stretta vera e propria in tutto il territorio lombardo. Boccia ha messo nel mirino proprio Fontana subito dopo la firma (arrivata solo questa sera) di Conte sul decreto: “E’ sacrosanto rivendicare il diritto delle opposizione alla condivisione ma ci sono meccanismi che Berlusconi, Salvini e Meloni conoscono bene, che vanno presi in emergenza. l provvedimento del governo è molto più dell’ordinanza della Lombardia. Sarebbe stato meglio che Fontana aspettasse”.

Parole di fuoco quelle pronunciate da Boccia a Stasera Italia su Rete 4 che hanno innescato la reazione durissima del Carroccio: “Francesco Boccia deve vergognarsi e dimettersi. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria che sta sconvolgendo la Lombardia non è stato in grado di dimostrarsi all’altezza del ruolo che ricopre arrivando a deridere i lombardi e a mettere in dubbio l’operato del presidente Fontana. Gli stessi esponenti lombardi del Partito Democratico hanno condiviso con Fontana la necessità di misure più stringenti. Siamo stanchi della inadeguatezza e dalla superficialità di Boccia”, ha affermato il capogruppo al Senato, Romeo.

Poi è arrivato l’affondo di Calderoli: “Come al solito qualche ‘manina’ ha aggiustato in extremis il decreto riaprendo le solite ennesime finestre in tarda notte, quasi in chiusura di provvedimento. Il ministro Boccia dopo lo show vergognoso delle mascherine si dovrebbe dimettere, ma visto che vuol restare sul cadreghino almeno si ispiri ai vari Fontana, Zaia o Cirio, prenda esempio da loro, perché se c’è qualcuno che sta dimostrando di non sapere cosa fare è proprio il Governo che sa solo copiare in peggio quello che fanno le Regioni o peggio ancora non riesce a dare le risposte chieste dalle Regioni”. “Non vorremmo fare polemiche in giornate come queste, ma se un ministro vuole fare polemica allora gli ricordiamo che chi non ha fatto la zona rossa in Val Seriana sono stati loro e sappiamo quanto sta costando nella bergamasca questa mancata scelta..”. E anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni intervenendo a “Live” ha messo nel mirino il governo e soprattutto il premier Conte: “Che bisogno c’era di tenere di nuovo l’Italia con l’ansia, con il terrore? Di annunciare provvedimenti ancora non scritti in una diretta alle undici di sera? I decreti prima si scrivono, poi si annunciano. Noi abbiamo migliaia di imprese che adesso, alle 22 di domenica sera, domani non sanno se possono riaprire. A coloro a cui viene impedito di riaprire, dall’oggi al domani, non si è data la possibilità di organizzarsi – ha aggiunto – e ad esempio a tutte quelle aziende che venerdì hanno chiuso per il fine settimana si deve dare la possibilità di tornare almeno a spegnere i macchinari”. Insomma lo scontro resta aperto.