Dramma Vialli, irriconoscibile: “Lotto ancora con il tumore al pancreas”

 

Gianluca Vialli lotta ancora contro il suo brutto male, il tumore al pancreas. Lotta con il cuore in mano, il suo e quello dei suoi amici, come Roberto Mancini, che ieri gli aperto le porte del ritiro di Coverciano. Non è ancora il momento di riunire i due, Vialli ha bisogno di tempo. Ma un contratto è già pronto per lui, che non si sbilancia sulla sua malattia. E si fa fotografare con il volto dimagrito e irriconoscibile.
Vialli e la sua voglia di vivere
“Percentuali? Meglio non darne”, risponde Vialli a chi gli chiede della sua sopravvivenza. Ma sulla Nazionale ha le idee chiare. “Nei prossimi giorni incontrerò il presidente della Figc per parlare del ruolo che mi aveva proposto tempo fa, quello di capo delegazione della nazionale. Forse qualcosa in più in seguito. Sarà molto bello lavorare con Roberto Mancini, ci capiamo al volo, tra noi ci sono stima e fiducia”. Vialli ieri ha indossato la tuta della Nazionale e si propone “come ambasciatore di Roma 2020”: “Vedremo come andranno le cose ma c’è il desiderio che cominci un percorso, magari da novembre, al prossimo raduno della nazionale”.

I ringraziamenti al capo della Figc
Vialli ha ringraziato il presidente della Federcalcio per averlo aspettato e per aspettarlo ancora in attesa che guarisca da un tumore al pancreas che lo affligge. “I ruoli sarebbero stati assolutamente compatibili per Gravina. Da marzo sto facendo altre cure, e dovevano esserci le condizioni fisiche e mentali per prendere questo impegno. Sto bene, bisogna avere pazienza, è dura più di quanto uno possa sperare. Ma i risultati sono positivi e non ha senso che io non continui a fare una vita normale. Lavorare fa parte di questo, tutto va nel migliore dei modi. Sono un po’ arrugginito ma è bello per me rientrare in un certo tipo di routine che ho fatto per anni. Oggi ci sono le condizioni giuste per cominciare». E il tumore, che ha svelato nel 2018? “E’ bene non fare una battaglia contro una cosa che può essere più forte di te. Ho pensato fosse un viaggio da fare con un ospite non del tutto desiderato, ma che sono convinto che presto possa stancarsi di fare questo viaggio con me e dica “adesso ti saluto”.