DRAMMA SENZA FINE, LA NOTIZIA POCO FA SULLA MAMMA DI CICCIO E TORE

Tutti gli italiani conoscono perfettamente la storia dei fratellini Ciccio e Tore. Per ricostruirla, occorre andare a ritroso nel tempo, esattamente al 25 febbraio 2008, quando i vigili del fuoco trovarono, per caso, i loro corpi,

La macabra scoperta dei cadaveri è avvenuta due anni dopo dalla loro scomparsa, ossia da quel maledetto 5 giugno 2006, giorno in cui Francesco e Salvatore Pappalardi, tredici e undici anni, sono usciti a giocare poco prima del tramonto.

Di loro non si è saputo più nulla fino al ritrovamento, 500 giorni dopo la data in cui si sono perse le loro tracce, nella cisterna del vecchio casolare nobiliare, la cosiddetta “casa delle cento stanze”.

Parliamo di un casolare abbandonato, nel centro storico di Gravina di Puglia, ch  racconta di un passato aristocratico. I resti di Ciccio e Tore sono stati scoperti per caso e la maglietta arancione, così come i pantaloni bianchi, indossati dai piccoli al momento della scomparsa, hanno cancellato ogni dubbio.

Si trattava proprio di loro due. Eppure, a distanza di tanti anni, c’è chi chiede a gran voce la riapertura delle indagini, dato che la tragedia di questi due fratellini potrebbe sottendere ben altro.

I familiari di Ciccio e Tore, come riportato da Fanpage.it, chiedono fortemente la riapetura delle indagini, a 15 anni dalla morte. Filippo Pappalardi, pochi giorni fa, aveva fatto un appello drammatico, dicendo: “Non mi rassegnerò mai all’idea di non sapere se i miei figli avrebbero potuto essere salvati. Anche se sono trascorsi quindici anni si può indagare ancora e scoprire chi c’era con loro quando caddero nel pozzo della casa delle cento stanze”.

Intervistato dal Quotidiano di Puglia, l’uomo ha dichiarato: “Sono troppi i punti oscuri di questa vicenda. Ci sono persone, ragazzini ma probabilmente anche degli adulti, che hanno nascosto la verità e ora voglio capire perché lo hanno fatto. Ci sono delle lacune nelle indagini e anche verbali della Procura che sono stati cambiati. Perché?”.

Dopo il suo appello, è la mamma di Ciccio e Tore, Rosa Carlucci, in una lunga intervista rilasciata al Corriere, a chiedere giustizia, dicendo: “Fu molto più di una prova di coraggio. I miei figli furono istigati da qualcuno ad andare nella Casa delle cento stanze. Da soli non si sarebbero mai avvicinati, anche perché era un posto che non frequentavano. Sono sicura che con loro ci fossero altri ragazzi, che sapevano dov’erano finiti e non hanno mai voluto parlare. Ciccio e Tore potrebbero essere stati vittime di omicidio, per questo a breve presenteremo un’istanza per chiedere la riapertura delle indagini sulla loro morte”. 

La donna, assistita dall’avvocato Giovanni Ladisi e dal consulente Rocco Silletti, ha spiegato per quale motivo sta combattendo per la riapertura delle indagini, tuonando: ” La prima battaglia legale si concluse con una archiviazione. “Ci sono troppe incongruenze nelle testimonianze degli amici di Ciccio e Tore, oggi 30enni e molti dei quali padri di famiglia”. Secondo mamma Rosa, con i suoi figli c’era qualcuno che non ha mai voluto dire niente, per l’esattezza: “ragazzini che hanno taciuto e adulti che li hanno convinti a non parlare”.

Dall‘esame autoptico, il maggiore dei due fratelli, ossia Ciccio, morì sul colpo, mentre il minore, Ciccio, qualche giorno dopo. Disperata, la donna, rimasta orfana dei suoi due figli, si è lasciata andare ad un toccante sfogo“Francesco purtroppo morì sul colpo, ma forse Salvatore sarebbe ancora vivo se qualcuno avesse chiamato subito i soccorsi. E io avrei con me almeno uno dei miei figli. Questo pensiero non mi dà pace ancora oggi”.