Dpcm, regioni in rivolta. Spirlì sfida Conte: “La Calabria impugna l’ordinanza, ci vogliono annichilire”

 

Sul nuovo dpcm è guerra. La Calabria, con il presidente facente funzioni della Regione dopo la morte di Jole Santelli, Nino Spirlì, ha dichiarato di voler impugnare l’ordinanza. “Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale per questo impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa”. L’Italia è stata infatti divisa in aree e la Calabria è finita in quella più a rischio che vede limitazioni serratissime e un ritorno a quello che a tutti gli effetti è un nuovo lockdown.

“Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri – ha proseguito nella sua motivazione – al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di ’chiudere una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta”. Poi il pensiero va automaticamente alla Campania finita in zona gialla nonostante il picco altissimo di contagi.

“Altre regioni – ha concluso Spirlì – con dati peggiori dei nostri, sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato – e ne sono felice – la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la vita o la morte di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria”. Come lui sono pronti a fare battaglia anche il governatore lombardo Attilio Fontana e quello piemontese, Alberto Cirio. Giuseppe Conte e compagni ne vedranno delle belle.

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