Dl Rilancio, Zaia attacca: “Sono pronto a portare l’esecutivo in tribunale”

È scontro tra Regione Veneto e Palazzo Chigi sulla norma del decreto Rilancio che esclude alcune “zone rosse” istituite per contenere l’epidemia di coronavirus dai fondi a favore delle aree colpite dall’emergenza sanitaria.

Già nella giornata di ieri, il governatore Luca Zaia aveva annunciato battaglia contro il provvedimento spiegando che “questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto, perché a mio avviso è assolutamente imbarazzante”. Il punto su cui si sono scatenate le polemiche riguarda i fondi per le “zone rosse” da cui sono state escluse le aree del Veneto. Eppure proprio questa Regione è stata tra quelle più colpite dall’emergenza sanitaria.

Zaia aveva spiegato che “noi non abbiamo solo Vo’, abbiamo Treviso, Venezia e Padova. Quelle sono le famose tre zone rosse istituite l’8 marzo, che arrivano in coda ai 10 Comuni del Lodigiano, alle province di Brescia e Bergamo, Lodi e Piacenza. Dopo 24 ore da quell’8 marzo l’Italia diventa tutta zona rossa, ma nessuno ha revocato le nostre, che vanno a braccetto con quelle lombarde. Il Decreto dice che deve essere stata zona rossa almeno per 30 giorni; le zone rosse sono state revocate il 13 aprile”. “Per magia – aveva aggiunto – sono sparite le zone del Veneto e sono rimaste quelle dell’Emilia Romagna e della Lombardia. Questo decreto verrà buttato nel cestino e dovrà essere riscritto, perché a mio avviso è assolutamente imbarazzante per noi vedere quello che sta accadendo”.

Un concetto che il governatore ha ribadito anche oggi nel corso di un suo intervento alla trasmissione “24 Mattino” su Radio 24. “Hanno fatto un decreto, è diventato legge, e poi per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, con un comunicato, pubblicato in Gazzetta lo correggono. Se non lo modificano d’ufficio io lo farò modificare a un tribunale perché io questo decreto lo impugno”, ha affermato Zaia. “In questo decreto- ha aggiunto- il Veneto è sparito come zona rossa: noi abbiamo avuto 1.820 morti, quasi 4.500 ricoverati e siamo stati martoriati, non esiste che il Veneto sia fuori dalle zone rosse”. La battaglia è solo all’inzio. Il governatore, infatti, è pronto alle vie legali. “Scommettiamo che risolvono il problema prima che arriviamo in tribunale?”.

Ma il governatore si è spinto oltre e ha sottolineato quanto sia squallido speculare sui morti per questioni politiche. Chiaro il riferimento per la bagarre scoppiata ieri alla Camera con il deputato del M5s Riccardo Ricciardi che aveva sostenuto come chi attacca il governo sulle misure anti-Covid “propone modello il Lombardia”, deridendo così apertamente la sanità regionale lombarda a cominciare dalla classe dirigente leghista.

Il governatore vede un preciso piano negli affondi portati avanti contro Veneto e Lombardia. “C’è un attacco da parte di qualcuno che vede l’autonomia come una riduzione di potere, una visione che non ha nessun futuro. Non c’è un problema di attacco al nord, c’è un problema di qualcuno che non ha capito in che epoca sta vivendo”. Per questo Zaia dichiara apertamente di solidarizzare “assolutamente con la Lombardia che ha avuto un’ondata di contagio da paura, ha un territorio che è diverso dal Veneto, con realtà metropolitane che noi non abbiamo, fare polemica sui morti e sulle disgrazie delle persone è sempre squallido”.