DiMartedì, attacchi a Giorgia Meloni: le accuse di Di Battista e Como

La puntata di “DiMartedì” andata in onda ieri sera su La7 ha scosso il panorama politico italiano, innescando un acceso dibattito a seguito delle durissime accuse rivolte alla premier Giorgia Meloni da parte di due ospiti: l’ex deputato Alessandro Di Battista e la sindacalista Eliana Como.

Il programma condotto da Giovanni Floris è stato teatro di un confronto acceso, caratterizzato da toni accesi e dichiarazioni che hanno polarizzato l’opinione pubblica.

Di Battista: “Meloni sostiene politicamente il genocidio in Palestina”

Alessandro Di Battista, ex volto del Movimento 5 Stelle, ha aperto le danze con accuse dirette e pesanti. L’ex deputato ha puntato il dito contro la premier, accusandola di complicità nel conflitto a Gaza. “Meloni prende le distanze, ma non ha fatto nulla dall’8 ottobre, giorno in cui è iniziato il genocidio in Palestina”, ha dichiarato Di Battista.

L’attacco è proseguito con una critica all’Unione Europea, definita ipocrita, evidenziando le “17 pacchetti di sanzioni alla Russia, e zero a Israele”. La stoccata finale è stata ancora più dura: “Meloni sostiene politicamente il genocidio in Palestina. Ha scelto il silenzio, la complicità, la menzogna. Politicamente ha le mani sporche del sangue dei bambini palestinesi.”

Como: “La detesto, mente sapendo di mentire”

Eliana Como, sindacalista della Cgil e figura nota del transfemminismo politico, ha rincarato la dose con altrettanta veemenza. Como ha criticato l’operato del governo, accusando la premier di inefficacia e di non mantenere le promesse. “Meloni non può non sapere cos’è lo spread. Se non lo sa, è grave. Ma è ancora peggio quando mente con disinvoltura su promesse che non mantiene,” ha affermato Como, elencando poi una serie di promesse mancate, dalla legge Fornero agli aiuti per le bollette, fino ai tagli delle liste d’attesa. La sindacalista ha concluso il suo intervento con una dichiarazione che ha fatto particolarmente discutere: “La detesto”.

Un dibattito acceso tra libertà d’espressione e rispetto istituzionale

L’episodio di “DiMartedì” ha immediatamente scatenato un’ondata di commenti sui social media e nelle sfere politiche. Da un lato, sostenitori degli ospiti hanno applaudito il loro coraggio e la loro schiettezza. Dall’altro, molti hanno denunciato un uso eccessivo dell’attacco politico in televisione, sollevando interrogativi sul confine tra libertà d’espressione e rispetto istituzionale.

Le accuse di Di Battista e Como, con la loro durezza e perentorietà, hanno innescato un dibattito cruciale sul ruolo della critica politica e sui limiti del linguaggio nel contesto pubblico. La puntata di ieri sera, dunque, non passerà inosservata, e le reazioni suscitate promettono di alimentare ulteriormente il dibattito politico nei prossimi giorni. La questione centrale rimane: dove finisce la critica politica e dove comincia l’offesa?

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