Diciotti, i giudici: “Salvini sia processato”. Il ministro: “Non ho paura”

Il caso Diciotti sembrava chiuso dopo che la procura della Repubblica di Catania aveva chiesto l’archiviazione e soprattutto dopo che a Palermo il tribunale dei ministri aveva scagionato Matteo Salvini.

Ma lo stesso tribunale – stavolta composto dai magistrati di Catania – hanno deciso di ignorare le conclusioni raggiunte dalle altre toghe e hanno chiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Salvini.

Ma Matteo Salvini non si lascia intimidire: “Ci riprovano: rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia”, dice in una diretta Facebook, “Torno a essere indagato per sequestro aggravato di persone e minori. Mi sono arrivati gli atti del tribunale di Catania. Ora tocca al Senato esprimersi sul sequestro di persona aggravato. Questo perché osai bloccare lo sbarco della nave Diciotti”.

Proprio oggi – con la nave Sea Watch 3 che fa rotta verso l’Italia – si prospetta un nuovo braccio di ferro con le ong e l’Europa per la chiusura dei porti ai migranti. Ma neppure la minaccia dei giudici sembra intimorire il ministro dell’Interno: “Io continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani, non mollo”, ha detto fermo, “Paura? Zero. Sono pronto all’ergastolo. Io non cambio di un centimetro la mia posizione. Barche, barchette e barchini in Italia non sbarcano. Se sono stato sequestratore, una volta ritenetemi sequestratore per i mesi a venire. La difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Chiedo solo al popolo italiano se riteniate che io debba continuare a fare il ministro esercitando i doveri di ministro, oppure se dobbiamo demandare a questo o quel tribunale le politiche sull’immigrazione”.