Di Maio rilancia elencando 10 punti programmatici: maggioranza con chi ci sta, la crisi non deve pagarla il Paese

 

 

Luigi Di Maio è salito al Colle e ha rilanciato sui punti imprescindibili elencati da Zingaretti elencando una piattaforma programmatica con dieci impegni. Ha poi chiuso all’apertura della Lega osservando che la crisi ha bloccato il Paese: “Quota 100 e reddito di cittadinanza – ha detto – rischiano di saltare a fine anno. Siamo preoccupati per i rischi che vanno delineandosi verso l’economia italiana e verso milioni di famiglie per l’aumento Iva o per il ritorno della legge Fornero. Non è giusto che a pagare questa crisi siano proprio i cittadini italiani. La fine prematura del governo ha bloccato riforme determinanti. Per questa ragione abbiamo informato il Capo dello Stato dei dieci impegni che riteniamo imprescindibili”.

Questi i dieci punti elencati da Luigi Di Maio: taglio del numero parlamentari, una manovra equa con taglio del cuneo fiscale e salario minimo, cambio di paradigma sull’ambiente, una legge sul conflitto di interessi e la riforma della Rai, dimezzare i tempi della giustizia, riforma delle autonomie, carcere per i grandi evasori e serio contrasto all’immigrazione clandestina, piano di investimenti per il Sud, riforma del sistema bancario, tutela dei beni comuni a cominciare dalla scuola con una legge contro le classi pollaio e dall’acqua con la legge sull’acqua pubblica.

Il taglio del numero dei parlamentari – ha aggiunto – “per noi deve essere un obiettivo di questa legislatura” e “deve essere tra le priorità del calendario in Aula: non la daremo vinta a chi vuole tenersi stretti 345 parlamentari in più”.

“Il voto è ipotesi che non ci intimorisce”, ha scandito Di Maio, aggiungendo però che alla crisi si è giunti con una rottura unilaterale degli impegni presi alla nascita del governo Lega-M5S. “Stare al governo – ha aggiunto – ha fatto perder consensi al M5S ed è ovvio che per tutelare il M5S la strada più conveniente per noi sarebbe quella di andare al voto, ma è anche vero che i cittadini ci hanno votato il 4 marzo 2018 per cambiere l’Italia. Il coraggio non è di chi scappa ma di chi prova a cambiare le cose fino alla fine”. Di Maio ha quindi concluso dicendo che il M5S è disponibile a una maggioranza solida che converga “sui dieci punti da noi illustrati”. I punti elencati sembrano rivolti principalmente al Pd e a Zingaretti, anche perché sull’immigrazione ha citato impegni generici e “morbidi”, mentre la sottolineatura della “fuga” dalle responsabilità di governo è apparsa come una ulteriore stilettata a Salvini.