Di Maio pugnalato da Fico E Salvini prepara l’assalto

La guerra tra M5s e Lega? Finita. È iniziata quella tra M5s e M5s.

Sì perchpé dopo le Europee il voto di Rousseau di qualche iscritto al Movimento non è bastato a salvare la pelle a Di Maio. Il frondista più duro che siede sullo scranno più altor di Montecitorio, Roberto Fico, da qualche tempo prepara la scissione. Partiamo da un retroscena. Il presidente della Camera, secondo alcune fonti M5s, sarebbe già in contatto con Luigi De Magistris per dare vita ad una “Cosa Rossa” tutta in salsa partenopea. Il “patto della pizza” tra Giggino e il presidente della Camera potrebbe essere siglato a breve. Sentite cosa ha detto De Magistris ieri: “Io mi rivolgo allo spirito originario del Movimento, a quello che diceva di voler essere. Per Fico in questo momento è più semplice, da presidente della Camera è più libero di smarcarsi da un’alleanza che non condivide e sa non essere condivisa da molti militanti”, ha speigato De Magistris lanciando l’idea della scalata alla Regione con Fico a palazzo San Giacomo al suo posto. Ad agitare ulteriormente le acque nel Movimento c’ha pensato Fico nel giorno in cui aveva i riflettori puntati addosso: la parata del 2 giugno. L’ha dedicata ai rom ai migranti.

Un’uscita che ha fatto infuriare Salvini (“mi girano le scatole…”), ma anche Di maio che l’ha bacchettato: “Oggi è la festa di tutti i cittadini italiani, soprattutto di quelli che hanno perso la pazienza, che aspettano risposte, che non ne possono più di parole ma che si aspettano fatti, fatti concreti! Una festa che ci deve unire tutti. E io sto con gli uomini e le donne, civili e militari, che credono nell’Italia e nei suoi valori democratici. Invece anche il 2 Giugno si è trovato il modo di fare polemica, per di più davanti ai nostri soldati. È incredibile. Anziché scambiarsi attacchi e provocazioni ogni volta, la politica e le istituzioni devono fare per il Paese e per la sua gente, non parlare continuamente. Viva la Repubblica! Viva l’Italia”. Parole che di fatto servono a scaricare Fico. In questo quadro, come riporta ilCorriere, Di Maio avrebbe sussurrato: “Ma Fico vuole sfasciare tutto?”. Nessuno in questo momento vuole restare col cerino in mano. Un leghsita afferma: “Salvini ha un albero carico di frutti. Perché non dovrebbe raccoglierli?”. Ma il rischio di rompere è alto. Salvini non ha intesa con la Meloni e a quanto pare non ha fretta di rientrare nel centrodestra. Così attende un passo falso dei 5 Stelle. Le sue condizioni per andare avnati sono fin troppo chiare: flat tax da fare subito, Tav e un cambio di ministri. Fuori due nomi: Toninelli e la Trenta. Condizioni che si intrecciano con la legge di Bilancio che infiammerà l’autunno. Lì si gioca la vera partita del governo che è sempre più vicino al triplice fischio finale…