DELITTO DI AVETRANA, LA DRAMMATICA NOTIZIA: È MORTO

Un omicidio dal grande impatto mediatico, quello della 15enne Sarah Scazzi, uccisa il 26 agosto del 2010. Secondo il verdetto della Corte Suprema di Cassazione emesso il 21 febbraio del 2017, ad uccidere Sarah Scazzinel 2010 sono state la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano, condannate all’ergastolo per omicidio volontario.

Lo zio Michele Misseri invece è stato condannato a 8 anni di reclusione per occultamento di cadavere e inquinamento delle prove relative al delitto che, da tutti, rimarrà nelle pagine di cronaca italiane, come “il delitto di Avetrana”. 

La morte della povera Sarah, dietro alla quale ci sarebbe il movente della gelosia nutrita dalla cugina Sabrina  per il suo rapporto affettuoso con Ivano, ha  devastato l’Italia intera.

L’adolescente venne rimvenuta in un pozzo,  nelle campagne di Avetrana ma, nonostante lo scorrere del tempo, nessuno dimentica quanto le è accaduto… un orrore consumato da coloro di cui si fidava, a cui voleva bene e che mai, a detta dell’innocente Sarah, le avrebbero potuto far del quale.

Purtroppo, poche ore fa,  è venuta a mancare una persona che ha speso anima e corpo per il caso della piccola Sarah e non solo. Vediamo di chi si tratta.

Dopo 40 anni all’interno della Magistratura, di cui è stato un simbolo della giustizia in campo ambientale ed un riferimento per i pubblici ministeri pugliesi, un grande nome se n’è andato via per sempre. Parlo dell’ex procuratore capo della Repubblica di Taranto Franco Sebastio, che è morto a ottant’anni. Stando a quanto trapelato sin dalla notizia del decesso, Sebastio era ammalato da diverso tempo ma di questo ne erano a conoscenza solo le persone di cui si fidava.

Il suo nome è strettamente legato a Taranto e alla storia della sua città. Fu lui, infatti, come procuratore capo della Procura tarantina, a guidare il pool di inchiesta dei magistrati sul reato di disastro ambientale contestato all’Ilva sotto la gestione del gruppo industriale privato Riva. Sebastio è stato il simbolo della lotta all’inquinamento industriale. Avviò l’inchiesta sull’Ilva gestita dai Riva chiamata ‘Ambiente Svenduto’.

Nel 2017 fu candidato sindaco per una lista civica e fu poi nominato dal primo cittadino Rinaldo Melucci assessore alla Cultura e alla Legalità. Sebastio, da domenica sera, era ricoverato all’ospedale Moscati ed è in un letto del nosocomio che si è spento, lasciando un fortissimo sgomento nel mondo della giustizia, di cui è stato un grande portavoce. Oltre alle numerose indagini sull’inquinamento, portò avanti una delle prime inchieste per mobbing in relazione al trasferimento di lavoratori del Siderurgico “indesiderati” nella palazzina Laf.

Sebastio, come in molti sapranno, si occupò anche del caso dell’omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa e buttata in un pozzo il 26 agosto del 2010. Il procuratore iniziò la sua carriera da cancelliere, a 20 anni, poi vinse il concorso in magistratura. Nel 1982 da pretore di Taranto “firmò” la prima sentenza per inquinamento (“Getto pericoloso di cose”) contro i responsabili del Siderurgico. Fu procuratore aggiunto e poi procuratore dal 2008, a 65 anni, fino alla pensione.

La malattia lo ha colpito qualche anno fa, ma solo una cerchia ristrettissima ne era a conoscenza. Le cure oncologiche per provare a vincere quell’ultima battaglia aveva fatto ben sperare fino a poche settimane fa quando la situazione si è aggravata. Franco Sebastio, il magistrato che ha combattuto i tumori a Taranto, è stato ucciso da quello stesso male che aveva provato a debellare dalla sua terra. Con tutte le sue forze, ma senza riuscirci.