Decreto bollette, addio al canone Rai e aria condizionata a 27°

E’ stato approvato con un larghissimo ‘sì’ l’ordine del giorno presentato dal Maria Laura Paxia, membro del gruppo misto. Il decreto in questione rientra nel Piano di ripresa e resilienza, per ottemperare al meglio agli impegni presi con l’Europa. Ricordiamo infatti che tra gli obiettivi prefissati, c’era quello di scorporare dai costi dell’energia, tutti gli oneri impropri.

Arrivano buone notizie, dunque, per gli italiani, che possono finalmente gioire per non dover più fare i conti con quest’onere come prima. Gli ultimi anni, tra covid e crisi economica, sono pesati davvero come un macigno sulle spalle di tutti, una boccata d’aria non può che fare bene. Vediamo quali sono le novità di questo decreto.

Di cosa i tratta
Ben 323 sì, che sanciscono, senza bisogno di essere messo ai voti, l’approvazione del decreto energia. Soddisfazione del Governo, che darà quindi seguito agli impegni presi con l’Europa tramite il Pnrr. In molti ricorderanno le accese polemiche che seguirono la misura del governo Renzi, di introdurre in bolletta il canone Rai.

A quanto pare, questo rimarrà presto un ricordo, perchè a partire dal 2023 l’imposta del canone sarà del tutto scorporata dalla bolletta della luce, e tornerà ad essere gestita in autonomia. A spingerci in questa direzione è stata l’UE, che ha fatto presente come sia del tutto irragionevole chiedere ai fornitori di energia di riscuotere oneri di altri settori, così come far pagare ai consumatori due oneri totalmente differenti in una stessa bolletta.

Dunque, dal prossimo anno, gli italiani torneranno a pagare il canone nuovamente con bollettino postale, come è sempre stato. Intanto, arrivano reazioni preoccupate dall’organizzazione sindacale dei giornalisti Rai, che fanno presente così il loro disappunto: “Il canone Rai è il più basso in Europa. Così come il numero di giornalisti in organico, in proporzione alle ore di trasmissioni autoprodotte“. A far storcere il naso, è soprattutto il fatto che in tal modo si rischia nuovamente di favorire l’evasione di questa imposta.