Dalmine (BG), il comune vieta gli spazi pubblici a chi non si dichiara “anticomunista” e agli integralisti religiosi

 

Di Cristina Gauri – Dalmine, 24 set – Una dichiarazione «di rispetto della Costituzione Italiana e di condanna di tutti i regimi e di tutte le ideologie ispirate al nazismo, al fascismo e al comunismo nonché ai radicalismi religiosi» per poter chiedere in concessione suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune di Dalmine. E’ la mozione proposta dai gruppi consiliari Noi siamo Dalmine, Lega Salvini Lombardia e Dalmine – Insieme si può, che a quanto pare è destinata a diventare realtà con il voto compatto della maggioranza in consiglio.

Si tratta di un’integrazione della delibera varata dal Consiglio comunale di Dalmine nel dicembre del 2017, sotto l’amministrazione guidata da Lorella Alessio in forza al Partito democratico. Allora si parlava di «rispetto dei valori antifascisti sanciti dall’ordinamento repubblicano». Oggi la maggioranza a trazione centrodestra ci mette i puntini sulle i: volete stigmatizzare i totalitarismi? Allora condanniamoli tutti quanti, compresi quelli rossi, senza dimenticare i radicalismi religiosi. Lo si spiega anche nell’ordine del giorno del Consiglio comunale in programma lunedì 28 settembre, stabilendo che «i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni causando, nel XX secolo, perdite umane e di libertà di una portata inaudita».

Ce n’era davvero bisogno? A dire il vero, l’intera sequenza sembra una sorta di gioco politico fatto di ripicche: tu te la prendi con il fascismo, e io ci aggiungo il comunismo, per arrivare poi a un non ben specificato radicalismo religioso che, come usa dirsi, è la autentica ciliegina sulla torta. A chi si riferirà mai quella formula? Appare un tantino ipocrita non averlo messo nero su bianco. E forse è l’esempio migliore per far capire come tutto il tempo impiegato nell’emendare, modificare, riscrivere la dichiarazione sia fondamentalmente tempo perso. Sarebbe stato sufficiente abrogare la prima mozione, come già accaduto a Vicenza.

Qualcuno obietta anche che, nella sua genericità, il passaggio che cita i «radicalismi religiosi» rischia di «creare discriminazioni non contemplate nella Costituzione». Di diverso avviso è il vicesindaco di Dalmine Gianluca Iodice, che assicura: «Nella mozione si parla di “radicalismi religiosi” e non di “fondamentalismo”, due cose ben diverse: il primo impone con forza una religione, mentre il secondo obbliga l’individuo a uno stile di vita che non limita la libertà di nessuno se non a se stesso». Secondo Iodice «l’aspetto del radicalismo religioso non va sottovalutato, neanche in una realtà come quella di Dalmine. Per questo – conclude – voterò convintamente a favore della mozione proposta da Antonietta Zanga». La votazione avverrà lunedì, nel corso del Consiglio comunale che avrà inizio alle 17.30.

Cristina Gauri
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