Da Grillo parlante a Grillo silente. Il covid-19 ha reso afono l’Elevato

 

Da Grillo parlante a Grillo silente il passo è breve. Anche se non scontato. Il fatto è che basta un virus. Anzi, un coronavirus. E tutto cambia. Quasi come lo zucchero di Mary Poppins. Chissà che fine ha fatto Beppe Grillo. Chissà se e su quali pensieri superiori sta riflettendo, se e su quali scritti immaginifici sta ragionando, se e su quali racconti visionari si sta soffermando. Di questo vulcano in eruzione costante s’è perduta traccia. Sparito da radar e mappe. Neanche una sillaba. Roba da non crederci. Lui che il futuro del mondo ce lo ha raccontato con passione e geometrica precisione. Che ha sempre ricercato l’originalità della spiegazione. Lui sempre imprecante e gaudente e coinvolgente. E perciò capace di catapultare una legione di eccellentissime nullità dalla strada alle stanze del potere. Lui, che la rivoluzione dell’uno vale uno è vicina e che giammai nessuno resterà indietro. Lui, infine, così improvvisamente conciliante verso gli orridi piddini. Quelli che erano da eliminare politicamente e che improvvisamente mutano in leali e amicali partner. Lui, l‘Elevato, per autonoma, personale e insindacabile decisione, ha sempre parlato. Su ogni questione importante, davvero importante, il suo giudizio, la sua tagliente ironia non è mai mancata. Mai. Almeno fino ad oggi. Fino al tempo del Covid-19. Nessuna spiegazione, nessun teorema. Nessun complotto demo-pluto o multinazionale che sia. Nessun amletico dubbio. Nessuna istrionica recitazione. Nessuno streaming e nessun anatema. Silenzio totale. Nessun soprassalto d’amor proprio, se non patrio. Giusto per invitare a fare squadra, a farci forza. A chi gli ha creduto e a chi non l’ha mai digerito. Bastava un “Viva l’Italia” per chi soffre, per chi lotta, per chi spera. Ma niente. Da Grillo parlante a Grillo silente il passo è stato breve.

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