Cucchi una furia contro Salvini: “Non te lo permetteremo”
Il dibattito sul reato di tortura in Italia si riaccende dopo le recenti dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, che ha annunciato l’intenzione di rivedere la normativa vigente per renderla “più precisa e circoscritta”. Le sue parole, pronunciate durante un intervento alla Camera, hanno suscitato reazioni forti, in particolare quella di Ilaria Cucchi, senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra e sorella di Stefano Cucchi, simbolo della lotta contro gli abusi nelle forze dell’ordine.
Salvini: “Rivedere la normativa per tutelare le forze dell’ordine”
Il ministro dei Trasporti ha spiegato che la Lega sta valutando modifiche alla legge sul reato di tortura, introdotta nel 2017, con l’obiettivo di “difendere l’onorabilità della polizia penitenziaria”, troppo spesso dipinta come abusante, secondo Salvini. Il vicepresidente ha sottolineato come i media tendano a concentrarsi sugli episodi di abusi, oscurando l’impegno quotidiano dei funzionari nelle carceri. “Parlare di tortura solo in termini negativi è una rappresentazione distorta della realtà,” ha affermato, proponendo di intervenire per evitare che la legge “criminalizzi un intero corpo dello Stato”.
La replica di Ilaria Cucchi: “Non lo permetteremo”
La reazione più forte è arrivata da Ilaria Cucchi, che ha accusato Salvini di strumentalizzare un tema delicato per finalità politiche. “Il ministro farebbe meglio a occuparsi delle sue competenze e non invadere campi che non gli appartengono,” ha detto, evidenziando i rischi di una “circostanza” troppo ampia e poco chiara della legge che potrebbe minare la giustizia e i diritti fondamentali. Ricordando i casi di violenza avvenuti a Santa Maria Capua Vetere, Cucchi ha affermato che tali episodi devono essere condannati, sottolineando l’impegno di magistrati e forze dell’ordine che lavorano con integrità per garantire verità e giustizia.
Il coinvolgimento delle parti interessate
Durante la conferenza stampa, anche Andrea Ostellari, sottosegretario alla Giustizia, ha chiarezza sulla situazione, spiegando che attualmente non esiste un testo ufficiale di modifica. La priorità sarà coinvolgere tutte le parti interessate, in particolare la polizia penitenziaria, per elaborare una proposta che non elimini il reato di tortura, ma definisca con maggiore precisione il suo ambito di applicazione. Salvini ha inoltre collocato questa iniziativa all’interno di un più ampio pacchetto di riforme, incluso il “decreto sicurezza”, mirato a rafforzare le forze dell’ordine e migliorare il sistema penitenziario.
Un tema divisivo tra politica e società
La legge sul reato di tortura, approvata nel 2017 grazie alle pressioni di organizzazioni internazionali e associazioni dei diritti umani, rappresenta un pilastro della tutela della dignità umana nel sistema penale italiano. Tuttavia, la sua formulazione ambigua ha suscitato critiche e controversie, alimentando il dibattito su eventuali revisioni.
Da un lato, vi sono chi, come Salvini, sostiene la necessità di evitare un uso strumentale della norma contro gli agenti dello Stato. Dall’altro, ci sono voci come quelle di Ilaria Cucchi, che temono si voglia ridurre la portata di una legge essenziale per la tutela dei diritti umani e per condannare con fermezza gli abusi più gravi.
Il caso Cucchi come simbolo di giustizia
La vicenda di Stefano Cucchi è divenuta il simbolo della battaglia per la giustizia e contro gli abusi nelle forze dell’ordine. Dopo anni di battaglie giudiziarie, la sua morte, avvenuta nel 2009 in seguito a percosse durante una custodia cautelare, ha acceso i riflettori su criticità di un sistema ancora da ammodernare. La sua sorella Ilaria ha trasformato il dolore personale in una lotta civile, in difesa dell’intera comunità.
Per questa ragione, ogni tentativo di revisione della legge sul reato di tortura viene percepito da molte associazioni e vittime come un passo indietro rispetto ai principi di tutela e rispetto dei diritti umani.