Crollano le speranze per Giulia Cecchettin: padre convocato dai carabinieri

Sembrano essere finite le speranze per Giulia Cecchettin. Lo si capisce dalle parole del padre, Gino, che ha esaurito tutte le forze: le sue parole, raccolte da Repubblica, raccontano di un padre distrutto dal dolore, che vorrebbe credere in un lieto fine ma lo vede allontanarsi ogni attimo di più. Negli ultimi minuti è arrivata un’ulteriore notizia che confermerebbe il fatto che ci siano pochissime speranze: il padre della ragazza è stato convocato dai carabinieri, anche se non è chiaro a che scopo.

12:11 – La zia di Giulia: “Filippo non era contento che si laureasse”

Continua a delinearsi un quadro inquietante sul comportamento di Filippo nei confronti di Giulia. A parlare ora è la zia della ragazza: “Filippo non era contento che Giulia si laureasse domani perché temeva che si potesse allontanare da lui”. Anche la sorella ha dichiarato nei giorni scorsi di essere molto preoccupata per la loro relazione: “Era una persona molto possessiva che giocava con lei ricattandola emotivamente per continuare a vederla. Lei era buona e cedeva perché sapeva che lui era tanto solo e calcava molto su questo fatto dicendo ‘se te ne vai anche tu io non ho più nessuno”.

Giulia Cecchettin, parla il padre: “Mai avrei potuto immaginare”

“Non riesco ad immaginare di entrare in casa e non sentire più: ‘Ciao papino’”. Questa frase Gino Cecchettin l’ha scritta su Facebook: parla già con rassegnazione, con dolore, rivolge il suo pensiero ad una figlia morta. Con Repubblica non riesce a essere altrettanto definitivo, ma la rassegnazione c’è comunque: “Da genitore ci spero sempre anche se, man mano che il tempo passa, faccio sempre più fatica perché non si riesce a trovarli. Ho trovato la forza di fare quell’appello. Ma non ho ancora nessuna notizia. Le forze dell’ordine stanno lavorando, in tanti si stanno impegnando. Mi manca la sua voce, più passa tempo e più faccio fatica”. Quando parla di Giulia torna il tempo presente, l’alito di speranza: “Sa quello che vuole. Ci manca, spero torni a casa e mi dica ‘Ciao papino’, come è solita chiamarmi lei, anche se sono grande e grosso. Mi manca la sua voce e quel vezzeggiativo”.

Gino Cecchettin parla di Filippo: “Era un tipo tranquillo, timido”

C’è incredulità per il comportamento di un ragazzo che sembrava non avere nulla di strano: “Era venuto a casa nostra, anche quando c’era mia moglie. Nell’ultimo periodo con Giulia non si vedevano. Ma era un tipo tranquillo, timido, non c’era nulla che potesse far presagire qualcosa”. Crede alla testimonianza di chi ha sentito la figlia urlare, e in lui c’è il ricordo, completamente diverso, dell’ultima volta che l’ha vista: “Sabato abbiamo pranzato, poi io sono andato al cimitero, da mia moglie, e avevo delle commissioni da sbrigare. Quando sono tornato a casa lei era uscita, doveva andare fuori per cena. Ma mai avrei potuto immaginare”.

Gli inquirenti, d’altronde, danno un colpo al cerchio e uno alla botte. Da una parte comunicano di cercarli “vivi” e che la speranza è di riportarli a casa: dall’altra le ricerche hanno la dinamica di quando si perlustra un territorio per trovare un cadavere. La convocazione del padre in caserma rende ancora più cupo il quadro della situazione. Lavorano i sommozzatori nel Brenta, e gli elicotteri in cielo: si pensa alla montagna, dove Filippo amava andare e potrebbe essersi nascosto. O potrebbe aver nascosto qualcos’altro.