Covid, lettera dell’infettivologo all’amica No Vax: “Cara Martina ti voglio bene, ecco perché spero che ti vaccini presto”

Cara Martina,
per l’affetto che ci lega ho deciso di scriverti, dopo avere appreso che non ti sei ancora vaccinata. Poiché ti stimo, ti rispetto e ti voglio bene, voglio trasmetterti i punti essenziali di quanto è in mia conoscenza, avendo a causa del mio lavoro un osservatorio privilegiato sulle caratteristiche dell’infezione e sui vaccini. Sono uno dei 3 coordinatori del Vax-consilium dell’Emilia-Romagna, che dal 2017 ha il compito di dare un parere ultimo in merito alle eventuali controindicazioni per la vaccinazione per i casi complessi. Premesso che le armi terapeutiche che ha la scienza medica nei confronti dei virus sono, e sono sempre state, estremamente deboli e che le guerre contro gli agenti infettivi pericolosi sono state sempre vinte solo grazie ai vaccini, vengo al dunque.

Il virus SARS-CoV 2 presente in Italia è completamente diverso da quello originario: la carica virale è 1000 volte superiore, l’infezione avviene prevalentemente per via aerea e la trasmissibilità è aumentata di circa il 110%. Un anno fa era sufficiente mantenere almeno un metro di distanza per evitare il contagio, ora in ambiente chiuso non esiste più una distanza che sia di sicurezza. La variante Delta, che rappresenta a Bologna circa il 100% delle infezioni, ha dimostrato la capacità di produrre malattia severa anche nelle fasce di età non avanzata. Il periodo di massima trasmissibilità va da 2 giorni prima a un giorno dopo l’inizio dei sintomi. Il 74% delle infezioni viene trasmesso in fase pre-sintomatica, da parte di un soggetto ignaro di essere pericoloso per gli altri.
I vaccini in uso sono stati sperimentati, valutati e approvati sulla base dell’efficacia nel prevenire le infezioni sintomatiche, non le infezioni “tout court”. Sono stati valutati quando era prevalente il virus originario, meno contagioso e virulento. Anche con la variante Delta, nella popolazione vaccinata, il rischio d’infezione asintomatica risulta significativamente ridotto (fra il 64 e il 79%). Ma quello che è fondamentale è che il rischio di malattia grave viene enormemente ridotto (l’ospedalizzazione dell’87-88%, la mortalità del 90-96%). In Italia, in agosto 2021, il 94% dei soggetti ricoverati in Terapia Intensiva per COVID-19 era costituito da non vaccinati. A Bologna, causa la variante Delta, stiamo ricoverando in degenza ordinaria anche una quota di pazienti completamente vaccinati, persone over 75 o immunodepresse. Riescono a superare la malattia nella maggior parte dei casi, ma per loro un ricovero rappresenta sempre un grosso rischio.

Le dosi di vaccini somministrate ad oggi sono oltre 5 miliardi, 2,1 miliardi di persone hanno ricevuto 2 dosi e ogni giorno vengono somministrate più di 35 milioni di dosi nel mondo. Tutti i vaccini in uso in Italia hanno un rapporto rischio/beneficio straordinariamente a favore della vaccinazione. Non esistono controindicazioni assolute, salvo la pregressa reazione anafilattica a un componente di quel vaccino o il fatto che si sia verificata una grave complicanza dopo la prima somministrazione di quello stesso vaccino. Non esistono patologie di base che costituiscono una controindicazione incluse malattie autoimmuni, ematologiche, neoplastiche, neurologiche, cardiovascolari e della coagulazione che, invece, rappresentano tutte un’indicazione addizionale alla effettuazione del vaccino stesso. I soggetti affetti da tali patologie sono ad aumentato rischio per sviluppare un COVID-19 severo.

Nel prossimo autunno-inverno, date le caratteristiche del virus e il contesto, tutti i soggetti non vaccinati si infetteranno. Moltissimi, anche giovani se non vaccinati, verranno ospedalizzati e si creeranno problemi di tenuta del sistema sanitario. Troppe risorse verranno dedicate ai pazienti affetti da COVID-19 e ancora una volta chi avrà altre malattie rischierà di non avere accesso nei tempi adeguati alle prestazioni. La presenza di un bacino di soggetti non vaccinati favorisce il persistere della circolazione virale. Più continuerà a circolare virus, maggiore sarà la possibilità che si selezionino nuove varianti, sempre a favore di una maggiore trasmissibilità.

Poiché l’infezione può essere acquisita anche da una quota di soggetti vaccinati, sarà importante mantenere le misure di protezione (mascherina nei luoghi chiusi o affollati e igiene delle mani). Con la variante Delta anche i vaccinati quando si infettano hanno un’alta contagiosità in fase iniziale, per questa ragione dovrebbero continuare a portare, almeno nei luoghi chiusi, la mascherina.
Queste sono le ragioni per cui è sempre più importante e urgente vaccinarsi, ma anche continuare ad avere un comportamento prudente. Sia per se stessi, che per gli altri. Non fare o posticipare una cosa che si può fare subito è un “agire” che può avere delle conseguenze importanti.

Con affetto
Luciano