Covid, il sospetto. Ma che ritardo: i nostri vaccini Astrazeneza, pagati dalla Ue, sono finiti a Londra

 

Covid, l’ultimo sospetto: i vaccini Astrazeneza pagati dalla Ue e destinati all’Unione, sono finiti in Gran Bretagna. Le indiscrezioni, che in queste ore stanno scatenando polemiche e recriminazioni da qui a oltremanica, passando per i Paesi partner del vecchio continente, arrivano dal Telegraph, secondo il quale «Londra avrebbe pagato di più». Una rivelazione choc, riportata dall’Adnkronos, che arriva proprio all’indomani della minaccia di Bruxelles di bloccare le esportazioni di vaccini verso Paesi non Ue, lanciata dopo che Astrazeneca ha annunciato di non essere in grado di adempiere ai propri obblighi contrattuali. Oggi, inoltre, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenendo al World Economic Forum di Davos, è “rimasta sul pezzo”. Sottolineando vigorosamente che: «Le aziende devono rispettare i loro obblighi. E per questo creeremo un meccanismo di trasparenza alle esportazioni di vaccini».

Covid, i vaccini Astrazeneca destinati e pagati dalla Ue finiti in Gran Bretagna

Dunque, i vaccini Astrazeneca destinati (e pagati) dall’Unione europea potrebbero essere finiti in Gran Bretagna. Il Telegraph riporta la denuncia lanciata da fonti diplomatiche di Bruxelles. Il sospetto, fanno sapere le fonti, è che la casa farmaceutica britannico-svedese abbia dirottato sul Regno Unito le forniture di vaccini destinate all’Unione europea. Perché? Perché il governo britannico ha pagato di più. Ed ha approvato prima il farmaco.

Vaccini Astrazeneca, l’indiscrezione del “Teleghaph”, i sospetti di Bruxelles

Il Regno Unito, ricorda il Telegraph, dipende dal vaccino Pfizer, che è prodotto in Belgio. E attende consegne per 3,5 milioni di dosi nelle prossime tre settimane. Queste forniture potrebbero essere a rischio, se la Ue decidesse di bloccare le esportazioni, dopo la controversia sul vaccino Astrazeneca. La cui approvazione definitiva dall’Ema è prevista per la fine di questa settimana. La Ue, che ha negoziato a nome degli stati membri, lo scorso agosto ha concluso con l’azienda un accordo per una fornitura fino a 400 milioni di dosi del vaccino. Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, però, le consegne potrebbero essere ridotte del 60 per cento nel primo trimestre di quest’anno. Pari a un calo di 31 milioni di dosi.

La consegna delle prime dosi era prevista per la fine del 2020

A dicembre, il governo britannico aveva annunciato la consegna di quattro milioni di dosi del vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’Università di Oxford entro la fine del 2020. Downing Street aveva anche chiarito che sarebbero state Germania e Olanda a importare le forniture dai loro stabilimenti, perché gli impianti nel Regno Unito, che attualmente garantiscono tutte le forniture britanniche, avevano subito dei ritardi. Ed è a questo punto che si insinua il sospetto.

Quel ritardo sospetto che alimenta dubbi e polemiche

«Ci sono persone a Bruxelles che ritengono che i vaccini che originariamente avrebbero dovuto costituire le scorte Ue. E avrebbero dovuto essere consegnati alla Ue, dopo l’autorizzazione alla commercializzazione, siano in realtà finiti in Gran Bretagna», spiegano allora le fonti diplomatiche europee al Telegraph. Motivo per cui, «finché Astrazeneca non fornirà una spiegazione su dove siano finite le dosi, sarà difficile mettere fine a questi sospetti», ha quindi aggiunto la fonte. La spiegazione fornita finora da Astrazeneca alla Ue, relativa a ritardi nella produzione, è stata ritenuta “insoddisfacente” dalle autorità sanitarie della Ue. E infatti, in ultima analisi, alla casa farmaceutica è stato chiesto come mai questi problemi di produzione non abbiano riguardato le forniture destinate al Regno Unito…

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